ELENA FERRANTE. Oggi su Letterate Magazine direttamente dalle pagine di Leggendaria 147Relazione, assenza e condivisione sul “dispositivo Ferrante” di Silvana Carotenuto e L’altra economia relazionale una risposta dalla terra e dalla lingua che ci ha alimentate di Viviana Scarinci.
SILVANA CAROTENUTO è Professore Associato di ‘Letterature in lingua inglese’ all’Università di Napoli L’Orientale, dove dirige il Centro di Studi Postcoloniali e di Genere (CSPG). La sua produzione scientifica si colloca nell’ambito degli studi culturali e postcoloniali, della decostruzione e della écriture feminine, e degli studi visuali. Le sue recenti pubblicazioni includono: “Il (Libro in) cammino di Jamaica Kincaid nel ‘Paradiso’ reclamato”, «Scritture migranti. Rivista di scambi interculturali» vol. 14 – Turismo e migrazione, a cura di P. Musarò, E. Piga Bruni (2021, in corso di stampa); “Events of Thought in Chinese Contemporary Female Art”, in Falsework Smalltalk. Political Education, Aesthetics Archives, Recitations of a Future in Common (Some Beloved, Inc., Richmond, Massachusetts, and Folio Books, Lahore, Pakistan, 2021); “La scrittura ‘vegetariana’ di Han Kang,” in L. Curti (a cura di), Femminismi futuri (Roma, Iacobelli, 2019); “La Dea della Differenza sessuale”, Leggendaria, Passo a due, n.129, 2018; Le “figure stringa” nella fantascienza di Nnedi Okorafor, Leggendaria, n.124, Pensare il futuro, 2017; “Il ritorno della ‘Grande Straniera’: interrogazione, scrittura e condivisione della Letteratura” in Ritorni Critici (Roma, Meltemi, 2017). E’ responsabile del gruppo di ricerca M.A.M, e dell’archivio digitale “Matriarchivio del Mediterraneo” (www.matriarchiviomediterraneo.org). Il suo La pupilla di Demetra. La decostruzione e le arti esce nel 2021 per i caratteri di Archive Books (Berlino-Milano).
«Quando da Bambina passavo molto tempo nei Boschi, mi si diceva che il Serpente mi avrebbe morso, che avrei potuto raccogliere un fiore velenoso, o che gli Spiriti Maligni mi avrebbero rapita, ma io non rinunciai e non incontrai altro che Angeli che erano ancora più timidi al mio cospetto, di quanto lo fossi io al loro, per questo non ho quella sicurezza nella menzogna che molti invece praticano».
Attualmente faccio parte del consiglio direttivo della Società Italiana delle Letterate (presidente Elvira Federici, vicepresidente Loredana Magazzeni, con Marta Cariello, Maristella Lippolis, Gabriella Musetti e Donatella Saroli). La mia mansione è tra l’altro quella di gestire i contenuti del sito web https://www.societadelleletterate.it/ Il sito della Società Italiana delle Letterate svolge un attività informativa, testimoniale delle attività e dei documenti multimediali prodotti in venticinque anni di ricerca nell’ambito della critica letteraria femminista e della scrittura delle donne. Alcune pubblicazioni frutto di studi collettivi e individuali sono in parte scaricabili gratuitamente dal sito e in parte pubblicati dalla casa editrice Iacobelli. In un incontro per i 25 anni della SIL del 5 giugno 2021 che ha avuto luogo nell’ambito di Feminism Fiera dell’Editoria delle Donne , di cui SIL è tra le organizzatrici, è stata illustrata una cartografia parziale delle attività della Società delle Letterate tramite i principali temi e le principali pubblicazioni prodotte dall’epoca della fondazione. Il giornale digitale della Società Italiana delle Letterate è Letterate Magazine diretto da Silvia Neonato. La rivista cartacea e digitale Leggendaria, diretta da Anna Maria Crispino (tra le fondatrici della SIL) è una pubblicazione indipendente ma strettamente connessa dal punto di vista politico, etico e relazionale alla Società Italiana delle Letterate.
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Durante l’incontro radiofonico di domenica in Donne e dintorni di Mood Italia Radio ( condotto da Gilda Sciortino e Rita Barbera ) con Pina Mandolfo (tra le fondatrici SILe dell’associazione Il femminile è politico) e le meravigliose femministe palermitane, Silvana Carotenuto (CSPG Università L’Orientale) proseguendo il discorso nato tra noi su Leggendaria 147, ha colto con grande acume e profondità alcuni punti fondamentali e ulteriori di contatto e distanza tra l’opera di Elena Ferrante e certi aspetti strettamente legati alla contemporaneità del romanzo e del femminismo intersezionale. Anche per questo motivo, e a partire da questo ulteriore punto, sono particolarmente lieta e onorata di annunciare la prossima presentazione deIl libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un romanzo delle italiane del XX secolo che avverrà venerdì 18 giugno alle 17,30. Infatti insieme a Elvira Federici, presidente SIL, avremo il grande piacere di incontrare Clotilde Barbarulli e le amiche del Giardino dei ciliegi di Firenze.
“Il romanzo di Elena Ferrante è politico e contemporaneo perché qui più che altrove il margine è inteso come il luogo più popoloso e interessante del mondo senza essere per questo governato da logiche semplicistiche che sottraggono il femminile alla sua dimensione policroma“
Di Clotilde Barbarulli e Liana Borghi. Corpi di donne. E poi femminismo intersezionale, postcoloniale, intercultura di genere… Nasce ora – dal Giardino dei ciliegi di Firenze e dalla Sil – un sito che raccoglie materiali preziosi e vari della scuola in cui si insegnava imparando nel nome di una socialità tra donne amorevole, costruttiva, trasformativa Il sito www.raccontarsialgiardino.it raccoglie materiali relativi all’esperienza del progetto Raccontar/si, iniziato nel 2001 come laboratorio e poi articolato in varie iniziative la cui pluralità di sguardi e di riflessioni può esserci ancora utile culturalmente e politicamente. Offre inoltre il pdf dei tre volumi di Raccontar/si pubblicati dalla CUEC (2003, 2004, 2006).
In un articolo sul New York Times Magazine di Jordan Kisner pubblicato a metà febbraio scorso si parla di come la filosofa Silvia Federici avesse previsto una delle conseguenze più importanti della pandemia 2020 sottolineando come tutti oggi negli USA, dicano di lei che aveva ragione. Emigrata da Parma quasi mezzo secolo fa di Federici se ne era parlato molto negli anni 70 come una delle fondatrici di Wages for Housework, un collettivo internazionale che per la prima volta nella storia propose una retribuzione statale per le faccende domestiche. Oggi su Letterate Magazine un mio commento, che è anche il racconto, di come, cosa e perché dagli Stati Uniti all’Italia siamo sempre di più quell* convint* che Silvia Federici già negli anni 70 aveva capito tutto. Grazie moltissimo a Silvia Neonato e alla fantastica redazione, che bello tornare a scrivere per voi!
Nei dieci anni di interventi pubblici indipendenti sull’opera di questa autrice posso dire come Elena Ferrante, le sue tematiche, la sua assenza simbolica abbiano agito di volta in volta in modo estremamente rivelatore, soprattutto rispetto all’indipendenza reale e alla tutela della libertà di pensiero che certe istituzioni culturali, redazioni, siti, case editrici, librerie sanno ancora veicolare in termini di diffusione mediatica di contenuti non allineati a certi linguaggi correnti. Linguaggi che pur legandosi a tematiche marcatamente culturali e contemporanee, vivono ancora di schematismi relazionali e linguistici desueti, sessisti e classisti.
Società Italiana delle letterate e Letterate Magazine, Leggendaria, Il lavoro culturale, Nazione Indiana, gli Istituti italiani di cultura tedeschi, le case editrici Iacobelli e Launenweber sono stati tra quei veicoli mediatici originariamente strutturati perché l’ostacolo prefigurato come sopra semplicemente non si ponesse. Ne sono dimostrazione la non scontata emersione del mio lavoro indipendente e non sponsorizzato in due libri: Neapolitanische Puppen: Ein Essay über die Welt von Elena Ferrante (2018) e Il libro di tutti e di Nessuno. Elena Ferrante (2020).
Oggi su Nazione Indiana un mio articolo che parla dell’invisibilità e dell’autorialità di Elena Ferrante e dei media italiani. Grazie infinite a Andrea Raos per la condivisione.
“La questione della ricezione dell’opera di Elena Ferrante presso i suoi connazionali mette in luce alcuni problemi rispetto alla gerarchia di valori applicata da alcuni recensori all’analisi dei libri scritti da donne e nella loro valutazione giornalistica oltre che critica. L’evidenza di questa questione non è affatto materia nuova di cimento accademico, oltre che di curiosità, per chi guarda al panorama letterario italiano dal di fuori”.
Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo
SAGGISTICA
di Viviana Scarinci
nelle librerie da ottobre 2020
COMUNICATO STAMPA
L’editore Iacobelli pubblica un saggio monografico imprescindibile per comprendere l’opera di Elena Ferrante, dai romanzi alla serie TV con un ricco apparato bibliografico.
“Il libro di tutti e di nessuno” Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo” sarà presentato a cura di Tiziana de Rogatis sabato 3 ottobre alle 10,30 con il libro di Isabella Pinto “Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività (Mimesis 2020) nel corso di Invisibili? Un evento di femminism3 organizzato da Società Italiana delle letterate, Leggendarie e Letterate Magazine. All’evento si potrà partecipare dal vivo prenotandosi via email: silcomunicazione@gmail.com o potrà essere seguito in streaming collegandosi con la pagina facebook della Casa Internazionale delle Donne di Roma.
L’ottica del saggio di Viviana Scarinci offre una pluralità di spunti utili alla comprensione dei motivi dell’ascesa di un fenomeno senza precedenti riguardo a un’autrice italiana, come recita la quarta di copertina del libro: ‘Questa appassionante monografia – un lavoro critico che appare come imprescindibile per studiosi e appassionati, ma anche per semplici lettori e lettrici – segue i temi, le trame e il linguaggio dei romanzi, dall’Amore molesto alla quadrilogia dell’Amica geniale – anche in versione serial TV – e ancora fino al recentissimo La vita bugiarda degli adulti.’
È l’autrice stessa a chiarire il punto di partenza della sua ricerca nel capitolo introduttivo: ‘È stato l’approccio dubitativo nei confronti della verità come dogma che probabilmente, oltre al coinvolgimento di milioni di lettrici e lettori, decine e decine di studiose e studiosi in tutto il mondo, si sono fatti portavoce di un vero bisogno di cercare “oltre”. Ossia quello di seguire il tracciato ferrantiano ognuno nel proprio ambito disciplinare, esprimendo la necessità creata da un vuoto speculativo: la ricostruzione di una genealogia femminile, la ricostruzione del rione come contesto di prossimità esclusivamente fisica, la ricostruzione di un concetto di periferia che si avvalga di un’inaspettata forza centripeta, la riconsiderazione del ruolo storico delle classi subalterne e soprattutto la marginalità scagionata dalla vergogna di non trovarsi al centro.’
Iacobelli editore inoltre sarà presente dal vivo con questa ultima pubblicazione e con i suoi libri a “Insieme festival lettori autori editori” Auditorium Parco della Musica di Roma allo stand 139 dal 1° al 4 ottobre, come indicato dagli organizzatori, nel completo rispetto delle norme anti-covid: “approdano a Roma i libri, gli scrittori, gli scienziati, i filosofi, gli artisti, i musicisti e i lettori, in una grande manifestazione dal vivo. Non una versione adattata dei tre festival, ma un nuovo format, adeguato alle esigenze dettate dalla situazione sanitaria’. Tutto quello che c’è da sapere qui https://insiemefestival.it/
L’autrice
Poeta e saggista, Viviana Scarinci ha pubblicato Neapolitanische Puppen. Ein Essay über die Welt von Elena Ferrante, ritratto letterario di Elena Ferrante tradotto da Ingrid Ickler (Launenweber, 2018) e l’e-book monografico Elena Ferrante (Doppiozero, 2014). Ha scritto tra gli altri per Nuovi Argomenti, Doppiozero, Il lavoro culturale, Nazione Indiana. Si occupa di Contemporanea fondo librario.
Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo
Organizzato da Società Italiana delle Letterate con Leggendaria e Letterate Magazine
INVISIBILIautorialità. Cos’è? A proposito di Elena Ferrante
Viviana Scarinci. Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante Un ritratto delle italiane del XX secolo, Iacobelli editore 2020
Isabella Pinto. Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività, Mimesis, 2020
Coordina Tiziana de Rogatis. Elena Ferrante. Parole chiave, edizioni e/o 2018
“Volontaria in chi ascolta o indotta dall’abilità di chi affabula è comunque quella sospensione dell’incredulitàaccordata a un racconto ciò che si fa garante dell’autorevolezza di una storia che ci restituisce il piacere intenso con il quale soprattutto le favole ci fanno partecipare al gioco delle possibilità messo in campo dal destino” Il libro di tutti e di nessuno. Viviana Scarinci
“Forse è per questo che le divergenze nel caso di Elena Ferrante risultano tutte estremamente significative: riformulando all’infinito la propria versione, non approdano mai a nulla di definitivo. Perché alla fine dei conti c’è sempre qualche cosa che manca cioè il corpo della donna che si chiama Elena Ferrante”.
La giornata del 3 ottobre si apre con il tema INVISIBILI? che introdurrà l’assemblea nazionale della SIL, Società Italiana delle Letterate.
Come sottolinea Elvira Federici, presidente della SIL: “Questo appuntamento è stato promosso anche come gesto apotropaico rispetto alla situazione covid 19, è in realtà il primo che quest’anno la SIL promuove in presenza, dopo che abbiamo dovuto sospendere la nostra partecipazione a Feminism3 e rimandare a data da destinarsi il seminario residenziale estivo di Viterbo. È un appuntamento costruito con l’apporto delle riviste Leggendaria e Letterate Magazine e riepilogativo di alcuni temi e linee di lavoro cari alla Società delle Letterate e alle riviste citate.
Nell’arco di 25 anni la Società Italiana delle Letterate ha elaborato e prodotto, attraverso i convegni, i seminari, i focus delle riviste. Ciò è testimoniato da un ricco bagaglio di studi e pubblicazioni. Dalla collana Workshop di Iacobelli, in cui troviamo, ad esempio, Epiche o L’invenzione delle personagge o Morante la luminosa o Il romanzo del divenire o l’ormai leggendario Oltrecanone o Dell’ambivalenza, tra l’altro a proposito di Elena Ferrante o Terra e parole, da cui addipaniamo il filo che porta a Laudomia Bonanni.
Le pubblicazioni curate da socie come tra le altre Laura Fortini, Serena Guarracino, Anna Maria Crispino, Adriana Chemello, Luisa Ricaldone, Bia Sarasini, Paola Bono, Silvia Neonato rappresentano, per la SIL un punto di partenza ma anche anelli di più vaste genealogie da costruire, grazie a nuovi apporti.”
Con l’importante giornata del 3 ottobre continua Federici: “Riprendiamo dai temi che non si archiviano mai, perché sono tra i moventi della nostra ricerca e del nostro agire politico, ma non cominciamo daccapo. E che l’anno che in qualche modo, ostinatamente, ci accingiamo ad aprire, sia pieno di occasioni, di pensiero, di relazione, di ricerca, di politica!”
Oggi è l’8 marzo e adesso come adesso non so più come pensare l’importanza di questa data. C’è da dire che la normalità non è mai stata il mio forte. Ma oggi soprattutto sento un’empatia profonda e una viva solidarietà con le persone “divise” negli affetti, dal decreto emanato dal Governo Italiano stanotte. In questo momento il legame con figli, genitori, nonni e amici veri, a mio avviso è qualcosa da riconsiderare in termini fondativi. Qualcosa che le donne più di tutti sono portate a considerare non solo culturalmente ma anche affettivamente, al di là delle questioni strettamente individuali, come il punto di contatto con una vulnerabilità personale e altrui che più che spaventare, deve essere accettata, rispettata e sorvegliata.
Gli eventi pubblici programmati nei prossimi mesi, tutti in forse, non tolgono niente al mio entusiasmo di lavorare su quello che c’è in questo momento di veramente nuovo e a quello che c’è sempre stato. Perciò il rimpianto relativo alla perdita della normalità non ce l’ho. Senza nulla togliere al senso di responsabilità verso me stessa e verso gli altri, il rimpianto per la perduta normalità non mi riguarda. Anche perché prima di questi strani giorni la normalità mi è sempre sembrata qualcosa di deformante e posticcio, insomma una specie di diversivo che ho eluso più di quanto ora stia cercando di evitare a me e al prossimo mio il covid-19.
In queste ore di riflessione, studi e cura dei miei cari, in qualche modo tutto si integra. Tutto trova una prossimità nella non esclusione: l’oggettiva preoccupazione, l’affacciarsi di idee davvero contemporanee e interessanti che il cappello della normalità collettiva è altrimenti teso a nascondersi, lo straniamento che le distanze di sicurezza imposte, arrecano entro gli spazi della topografia suburbana.
Inoltre, molto importante per me e per altre e altri, in questi giorni in Italia di pari passo con il crescere della conta dei contagiati, si è avuta una rinnovata diffusione della Ferrante Fever, attraverso la trasmissione della seconda stagione della fiction de L’amica geniale che riguarda il secondo libro della saga, Storia del nuovo cognome.
Ho seguito le puntate come molte e molti per amore, riflettendo anche che quello per Elena Ferrante è l’amore più longevo della mia vita. Avevo poco più di vent’anni e mi ricordo come se fosse ieri il colpo di fulmine così determinante per il mio destino, quel giorno in cui sono andata al cinema a vedere L’amore molesto. Però è un amore che nel mio caso non si è mai potuto permettere di essere acritico e che a ogni passo mi ha costretta a fare i conti con un imperativo tutto mio, di dovermelo circostanziare e ridiscutere sempre, di doverlo giustificare a me stessa, come se da ciò dipendesse tantissimo, quasi tutto quello che negli anni mi ha riguardato come fidanzata, amante, moglie (due volte), madre (tre volte), figlia, nipote, amica, italiana.
Negli ultimi otto anni e dopo la pubblicazione del mio libro in Germania nel 2018, e ancora di più negli ultimi sei mesi, mi sono dedicata, al mio libro su Ferrante a breve in uscita in Italia. Quello su questa autrice è stato il lavoro che più di tutti gli altri ha impegnata disciplinandola, la mia capacità di studio, traduzione, lettura, scrittura, riflessione fino dal mio primo intervento pubblico su questa autrice nel mese di dicembre 2012 per la Società Italiana delle Letterate attraverso Letterate Magazine.
In questo 8 marzo di calamitosa semiclausura, è proprio alla luce del lavoro su Ferrante che non posso fare a meno di ripensare al concetto di normalità e a come questa abbia un significato alternativo e fondamentale nell’opera di questa autrice, e secondo me anche nelle motivazioni più silenziose e profonde che hanno scatenato la diffusione della Ferrante Fever.
In Storia della bambina perduta, ultimo libro della tetralogia a partire da pagina 158 Ferrante inserisce l’episodio del terremoto del 23 novembre del 1980 che, come tutti sanno, è stato un evento violentissimo che colpì Napoli, la Campania e la Basilicata in modo devastante. Questo avvenimento nell’economia della storia delle due amiche Lila e Lenuccia è un fatto decisivo, poiché è l’unico momento de L’amica geniale in cui Lila parla della sua visione della vita come qualcosa in ogni momento passibile di cedimento rispetto agli apparecchiamenti posticci che mette in campo il desiderio di normalità. Questo sentimento Elena Ferrante lo ha colto perfettamente e nominato con una sola parola: smarginarsi che è una parola su cui ora più che mai bisognerebbe riflettere in termini di genere e anche a prescindere dal genere, per sdoganare molte, troppe credenze e pretese in merito al pensare la pur necessaria normalità, come un diritto esclusivo di tutto quello che non è normale.
Ferrante scrive
Borbottò che non doveva mai distrarsi, se si distraeva le cose vere, che con le loro contorsioni violente, dolorose, la terrorizzavano, prendevano il sopravvento su quelle finte che con la loro compostezza fisica e morale la calmavano, e lei sprofondava in una realtà pasticciata, collacea, senza riuscire più a dare contorni nitidi alle sensazioni. Un’emozione tattile si scioglieva in visiva, una visiva si scioglieva in olfattiva, ah che cos’è il mondo vero, Lenù, l’abbiamo visto adesso, niente niente niente di cui si possa dire definitivamente: è così (p.162)
Buon 8 marzo allora a tutte e tutti, un abbraccio a distanza con la vicinanza di sempre e a presto!