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No.
Era l’età in cui viaggiava la rondine
senza le nostre iniziali nel becco.
Rafael Alberti trad. Vittorio Bodini


Oggi per la giornata mondiale della poesia voglio postare qui una poesia che Rafael Alberti scrisse in un momento molto delicato della sua vita. Per la verità tutto il libro Degli angeli Alberti lo scrisse in un frammento della sua esistenza in cui scriveva di sentirsi così: “Contro di me, mondi interi/contro di me, addormentato, /ammanettato, indifeso“. Questo stato ora come ora non può non ricordare quello della malattia o del timore paralizzante di essa. Che Alberti fosse a contatto con limiti tutti suoi o oggettivi, o magari con il limite costituito dalle sue personali paranoie e nevrosi, non è dato sapere. Quello che è certo che Degli angeli esplora l’impotenza, il limite e anche l’umiltà di ammettere di non poter capire o di non poter fare, pur restando ben presenti dentro uno stato di impossibilità. Per tutte le amiche e gli amici che mi leggono e che, come tutti, stanno facendo un’esperienza soggettiva di ciò che vuol dire la parola limite per ciascuno di loro, penso che Rafael Alberti sia proprio il poeta giusto. Senza tirarla troppo per le lunghe penso che c’è qualcosa di sano e coraggioso nel trovarsi a non scappare per le vie traverse di quello che immaginiamo di sapere, e perciò immaginiamo di poter giudicare e dire, soprattutto adesso in considerazione e nel rispetto del dolore e del lutto altrui. Buona giornata mondiale della poesia, carissime e carissimi miei.