In questa seconda puntata di NINA a cura di Viviana Scarinci, Chiara Zamboni risponde a quattro domande sul suo intervento al convegno di Viterbo Ecopoetiche e Ecopolitiche Poesia come cura del mondo e sulla sua ricerca espressa nell’ambito di Diotima comunità filosofica femminile nata presso l’università di Verona nel 1984. L’occasione costituita da questa seconda puntata di NINA è da non perdere. Chiara Zamboni traccia un percorso che riguarda la poesia in senso generale ma anche la soggettività femminile per come si rapporta alla realtà. Da un certo punto di vista filosofico l’atteggiamento poetico consiste nel credere nel reale oltre ciò che del reale è visibile. La visione femminile ha una qualità in più nell’adattarsi al multiforme che concerne la storia, il presente e il futuro. Zamboni con estrema sintesi ci racconta tutto questo tracciando un orizzonte culturale in cui la visionarietà delle donne nella storia del mondo si è costituita ed è stata considerata prima un valore e poi un disvalore, in termini religiosi con la Riforma protestante e la Controriforma cattolica, e infine con l’avvento dello scientismo che ha ammantato il femminile visionario di molti pregiudizi tuttora difficili da scardinare. Un excursus quello di Zamboni che include l’ideologia della bontà della natura alla necessità di un riconoscimento effettivo del ruolo centrale della soggettività femminile nell’ambito delle politiche ecologiste. Insomma un’occasione di ascolto chiarificatrice sugli infiniti legami in cui femminismo, poesia, filosofia e ecologia devono e possono essere compresi e praticati nella stringente contemporaneità.