questo testo è uscito su Leggendaria 157
Il compleanno e altre opere di Florinda Fusco dichiara già alcuni aspetti importanti della propria poetica da due fattori preliminari e fondamentali in un libro: il titolo e l’esergo. Il compleanno, è la stessa Fusco a osservarlo, è un avvenimento bifronte nella realtà di ciascuno. Da una parte si lega all’intimità e dall’altra alla società. Esistono due compleanni, quello interiore che con il ricorrere di una data segna il tempo del nostro stare al mondo e il compleanno esteriore quello dell’occasione di fare una festa insieme agli altri, dei regali pensati per la persona che viene festeggiata, degli oggetti dei quali ci si circonda durante un festeggiamento. L’esergo di questo compleanno bifronte annuncia l’indirizzo di indagine che orienta il libro: Io so bene che alla mia collana/ manca quel grano che voi chiamate padre. Collana, grano, padre sono parole che nella loro materialità, naturalità, carnalità premettono quello che è il motivo portante de Il compleanno ossia il continuo e ritmico rimbalzo dello sguardo dalle cose tangibili a una ricerca nel simbolico che muove da una specificità di tipo biologico. Nel padre mancante di ascendenza rosselliana dell’esergo è ben riconoscibile la caratteristica dominante di certa poesia del Novecento scritta da donne in cui l’addio più difficile a tutto ciò che rappresenta il padre mancante, sembra soprattutto necessario a una più fedele definizione del proprio corpo che la figlia possa dare a se stessa. È da questo autoritratto fatto tanto di chimica, parti di ossigeno e elio quanto di separazione genetica, genealogica,spaccatura di atomi che Fusco richiama gli oggetti, gli incontri e le scene che accadono nell’occasione di un festeggiamento bifronte: Vedo/gli invitati/come/da lenti/opache./I nostri corpi/si appiattiscono in una foto/di famiglia./Con/una grossa forbice ritaglio/il tavolo/e le figure attorno./Copro/la foto/con una macchia di inchiostro/blu/e l’attacco sull’album/di famiglia./ – Ci scrivo/sotto: intervallo dell’anima. Ho parlato esplicitamente di ritratto biologico perché la poeta indica attraverso un autoritratto in parole che è premessa di tutto il libro, il posizionamento da cui proferisce non solo le poesie de Il compleanno ma anche quelle delle altre tre raccolte che sono incluse in questa pubblicazione: Linee precedentemente edita da Zona nel 2001, Il libro delle madonne scure pubblicato da Mazzoli nel 2003 e La Signora con l’ermellino edita da Oèdipus nel 2009. Alla luce di questa e di altre pubblicazioni di Argo Libri va sottolineato l’importante ruolo di ricerca e riproposta che questa casa editrice no-profit compie nell’ambito della sperimentazione che troverebbe difficilmente modo di essere pubblicata altrimenti. La caratteristica che spicca al solo sfogliare le successive tre raccolte infatti, diversamente dalle poesie de Il Compleanno che si estendono sulla pagina in modo tradizionale, è la disposizione in orizzontale del campo che si offre alla scrittura su cui i testi si estendono con un senso della spazialità e una distanza tra i versi che tende a riempire la quasi totalità della superficie della pagina. Ne viene una sensazione di luogo ricolmo in cui la carnalità di molti sostantivi riconducibili al corpo, precisa il proprio luogo nello spazio della pagina scritta, come a volere decisamente indicare la propria materialità in un luogo inconsueto, rispondendo con ciò esclusivamente alla propria specificità tanto chimica quanto simbolica. Il Compleanno e altre opere può essere un occasione di poesia importante da leggere anche per via di un’autrice profondamente informata della scrittura delle donne nei termini di quel posizionamento bifronte di cui parla Sigrid Weigel ne La voce di Medusa: «se le donne entrano nella lingua/scrittura» trovando la postura che consente loro di uscire dal silenzio «se tentano di (de)scrivere l’esclusione dalle modalità di linguaggio e dalle tradizioni dominanti, allora devono assumere il luogo da cui si parla, dove sono sempre state descritte.» A Ginevra Lagasio Pesenti che all’interno della sua tesi di laurea interroga Fusco a riguardo la poeta infatti risponde: “La donna scrive col corpo. La donna fa nascere esseri umani col suo corpo. E anche quando scrive genera col suo corpo oltre che con la mente. Credo che sia una questione biologica. Generazione e corporeità”. L’altra opera di Florinda Fusco cui si può dare una lettura orientata a una ricerca identitaria di questo tipo è Thérèse edita da Polìmata nel 2011. In questo libro la poesia definisce la propria unicità biologica e umana esclusivamente per frammenti disomogenei. Fusco utilizza generi differenti come mezzi per una rappresentazione decolonizzata e straniante di una ricerca identitaria unica e molto ben focalizzata. L’esistenza di una vera Thérèse di pagina in pagina si fa liberatoria e indica che sempre possibile rappresentare la verità di una creatura, anche in un luogo e in un modo che non prevede la sua esistenza. Anche nel caso in cui l’unico campo ammesso per la rappresentazione letteraria, sociale e relazionale di quella creatura fosse quello dell’universo falogocentrico. Della protagonista abbiamo solo frammenti fatti di canti, tracce di spartiti, schegge di diari, oggetti in disuso, righe di lettere cancellate, inni, fotografie di accumuli caotici di oggetti legati all’infanzia, alla religione, blister di medicinali immortalati a metà di una cura o indizio di cure interrotte. Foto, disegni, frammenti che ritraggono Thérèse e le sue cose con il sembiante di una trascendenza così sottile che fa palpabile l’unicità del corpo della protagonista. Molto più di quanto potrebbe essere rappresentata in una fotografia scattata da qualcun altro, una donna che vuole essere solo se stessa.
Florinda Fusco, Il compleanno e altre opere, Argo Libri, 2022
Florinda Fusco, Thérèse, Polìmata , 2011
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