Nina ascolta Goliarda

Questa puntata del podcast NINA a cura Anna Toscano è dedicata a #GoliardaSapienza della quale, proprio oggi 10 maggio, ricorre il giorno della nascita. Abbiamo pensato di non mettere parole o discorsi per dire di lei, ma di lasciare tutto lo spazio alle sue parole. Così ascolterai le prime pagine dei libri di Sapienza dalla voce e dall’interpretazione di #VivianaNicodemo e #CristianaRaggi, attrici professioniste, #CeciliaGualazzini e #AnnaToscano, lettrici professioniste.
Ascoltiamola!

NINA è il podcast della #SocietàItalianaLetterate ideato e organizzato da Anna Toscano e #VivianaScarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da #Spotify, #Audible di #Amazon #Googlepodcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Pubblicità

Nina di aprile e su Sybille Bedford!

Ancora una bellissima puntata di Nina. Si parla di Sybille Bedford a cura di Anna Toscano con Antonella Cilento e Valeria Palumbo.

NINA è il podcast della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify, Audible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

NINA su Alice Ceresa letteratura femminismo e contemporaneità

In questa puntata a cura di Viviana Scarinci, Laura Fortini e Alessandra Pigliaru, curatrici di Abbecedario della differenza Omaggio ad Alice Ceresa, Nottetempo 2020, raccontano attraverso Nina la figura di Alice Ceresa inserendo questa straordinaria scrittrice nella contemporaneità delle problematiche e delle politiche femministe dei giorni nostri.

NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da SpotifyAudible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Su Leggendaria 157 scrivo dell’opera di Florinda Fusco

Sono davvero lieta che il mio articolo sull’opera di Florinda Fusco sia stato pubblicato su Leggendaria di gennaio. Il testo riprende in parte il podcast che diaria/o ha dedicato al dialogo con questa importante poeta e studiosa. Grazie sempre a Anna Maria Crispino e alla sua generosa capacità di tenere insieme cose tanto preziose e importanti da dirsi e da condividere.

Per chi se lo fosse perso qui Diaria podcast in dialogo con Florinda Fusco. Mentre qui potrete ascoltare la puntata di Nina podcast che Anna Toscano e io abbiamo dedicato a Leggendaria, alla sua lunga storia da sempre attentissima al mondo della scuola, alle politiche delle donne, alle scritture e alle filosofie femministe che costituiscono alcuni tra i punti di vista più significativi per tentare una lettura quanto più lucida possibile del nostro presente.

Tra l’altro sulla ricchissima Leggendaria di questo mese: si avvicina la sesta edizione di Feminism, la Fiera dell’editoria delle donne, che si terrà alla Casa Internazionale delle Donne di Roma tra il 3 e il 6 di marzo. Leggendaria è attiva promotrice dell’iniziativa sin dal suo esordio, ma quest’anno il nostro gruppo di “Care prof”, insieme alla Società Italiana delle Letterate e ad altri gruppi e associazioni che si occupano di scuola e formazione, ha organizzato una intera giornata (il 6 marzo) per confrontarsi sui molti nodi della questione: ne parlano Silvia Neonato, Annalisa Comes e Simona Bonsignori nello Speciale dedicato all’appuntamento.

Leggi di più su questo numero

Nina questo mese è con Tutte le ragazze!

In questa puntata a cura di Anna Toscano, Nina parla con Giusi Marchetta, da anni impegnata con le ragazze a lavorare sul femminismo, e con Giada Letonja.

NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da SpotifyAudible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Fantascienza e distopia nella scrittura delle donne

In questa puntata di NINA, a cura di Viviana Scarinci, con le scrittrici Giuliana Misserville e Maristella Lippolis parleremo di fantascienza e distopia nella scrittura delle donne. NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da SpotifyAudible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Nina racconta Leggendaria

Ancora una bellissima puntata di Nina, stavolta sulla mitica rivista Leggendaria! Anna Toscano intervista Anna Maria Crispino dalla storia della fondazione ai giorni nostri. Mentre io ho chiesto a Silvia Neonato (Letterate Magazine) dell’importanza in Leggendaria del tema della scuola e a Elvira Federici (presidente SIL) in che misura Leggendaria si è resa protagonista in termini politici e filosofici nell’ambito dei femminismi italiani.    

NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify Audible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Nina podcast su Brianna Carafa a cura di Anna Toscano

La sesta puntata di NINA a cura di Anna Toscano è dedicata alla scrittrice Brianna Carafa. Hanno contribuito Ilaria Gaspari, sulla figura della scrittrice e sul romanzo La vita involontaria, Flavia Capone sulla raccolta di racconti Gli angeli personali, Anna Toscano sulle poesie, Federico Cenci sul lavoro di riscoperta e ripubblicazione dell’opera di Brianna Carafa.



NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify Audible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

NINA su Laudomia Bonanni

La quinta puntata di NINA podcast a cura di Viviana Scarinci è dedicata a Laudomia Bonanni con Maristella Lippolis, Maria Vittoria Vittori e Martina Pala.

Laudomia Bonanni (L’Aquila, 8 dicembre 1907 – Roma, 21 febbraio 2002) è stata una scrittrice italiana di origine aquilana. Insegnante elementare e poi consulente del tribunale minorile. In questa puntata di Nina  ideata a seguito della giornata di studio voluta dalla Società Italiana delle Letterate l’11 settembre 2021 presso l’università degli studi dell’Aquila, tre relatrici di eccezione ci regalano alcune riflessioni interessantissime sull’opera di questa importante scrittrice ancora tutta da studiare.

NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify , Audible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.


Appunti su L’adultera di Laudomia Bonanni

di Viviana Scarinci

Emerson che visse tra il 1803 e il 1882 espresse con una capacità di sintesi fuori dal comune quello che era un avvertimento contro il materialismo emergente: “Le cose stanno in sella e cavalcano l’umanità”. Questo inciso è la frase che Laudomia Bonanni sceglie da mettere in esergo a L’adultera edito nel 1964. Si tratta di una vicenda focalizzata nell’arco di ventiquattro ore. Le ultime ore della vita di Linda, commessa viaggiatrice, moglie, madre e adultera. Si tratta di un viaggio di lavoro che racchiude come scopo il lavoro medesimo e con l’occasione un convegno amoroso clandestino.

Se non facessimo attenzione all’esergo, se da semplici lettrici e lettori ci volessimo concentrare sulla superficie della vicenda, se volessimo tralasciare il lavoro di ricerca letteraria e tematica che ha portato Bonanni a concepire la prosa di questo libro, L’adultera potrebbe sembrare ciò che è solo in parte. Cioè la storia di una donna per niente empatica che cerca e vive il proprio desiderio ponendolo al centro della sua vita. A ben guardare tema già enorme da esprimere così pienamente in un romanzo italiano uscito nel 1964, quando negli Stati Uniti nel 1973, quasi dieci anni dopo, Erica Jong con Paura di volare divenne una scrittrice femminista di fama mondiale mettendo al centro la vicenda dell’insicura Isadora che ricerca la pienezza del proprio desiderio, cozzando contro l’istituzione matrimoniale, e le sue sicurezze concepite secondo i principi patriarcali.   

Ma torniamo in Italia, a Laudomia, a quasi quindici anni prima della pubblicazione de L’adultera. È venerdì 10 febbraio del 1950, il giorno successivo, sabato sera ci sarà l’assegnazione del XIV premio Bagutta. Circolano i nomi di Pavese, Soldati, Civinini, Piovene, Brancati, scartata la candidatura di Papini, e c’è Laudomia Bonanni una maestra elementare dell’Aquila del tutto nuova all’arengo letterario, come scriverà il cronista del Corriere della Sera di quel giorno. Una scrittrice che peraltro era favoritissima. E infatti quell’anno Bonanni vinse il premio Bagutta opera prima mai assegnato a una donna fino a quel momento con Il fosso.

Qui voglio aprire una parentesi sul posizionamento puramente sociale che il linguaggio della stampa e dei media rendono osservabile. Nel Medioevo, era chiamato arengo il luogo dove le cittadinanze insorte contro i feudatari signori delle campagne, si riunivano per deliberare. Perciò l’arengo è da intendersi come una specie di assemblea cittadina antesignana del moderno parlamento. Un luogo in cui la città, si sarebbe fatta Stato unitario e centrale creando così l’idea culturale dell’unicità del proprio potere e perciò della periferia e della marginalità di tutto l’altro da sé. L’arengo letterario nominato in riferimento alla posizione sociale e culturale di Laudomia Bonanni al momento della sua comparsa nel mondo maschile delle lettere nazionali, qui ci sembra essere una scelta lessicale particolarmente rivelatrice.

La notizia più rilevante su Laudomia Bonanni nella ricerca che ho compiuto all’interno dell’archivio digitale del Corriere della Sera si riferisce a qualcosa di noto per chi si occupa di Bonanni. È il 1960 Laudomia vince il premio Viareggio per la narrativa, che consiste nella cifra di un milione di lire che le viene assegnato per il romanzo L’imputata.

Inserendo nel motore di ricerca dell’archivio storico che contiene tutte le edizioni pubblicate fin dal primo numero del Corriere al 2017 il nome di Laudomia Bonanni ricorre 56 volte. La prima volta che Bonanni appare sul quotidiano nazionale tuttavia risale al 22 dicembre del 1939 in un articolo dal titolo significativo L’arte di regalare libri per ragazzi che si proponeva di illustrare una carrellata di romanzi di avventura. Laudomia Bonanni Caione viene citata per Men. Avventura al nuovo fiore romanzo coloniale per ragazzi.

È invece dell’edizione del 6 e 7 dicembre del 1949 il famoso articolo intitolato Aggredisce mostri la ragazza di Aquila in cui Eugenio Montale illustrando il tipo di neorealismo regionale e perciò per Montale esclusivamente verghiano, indica Bonanni tra quegli scrittori (uso il maschile non a caso). L’autrice è un’eccellenza capace di tagliare corto quando la verità si fa troppo vera. Cioè Montale riconosce a Bonanni le caratteristiche della meglio vocazione neorealista e l’originalità di una scrittura di ricerca davvero forte. Salvo prescrivere: “Se riuscirà a diventare più asettica e cederà meno alla tentazione (oggi così femminile) di una scrittura intensamente artistica, pregnante, densa, troppo insistita nei particolari, questa Laudomia farà certo strada”.

Ma già il 6 settembre 1964 nell’articolo che annunciava l’assegnazione del premio Campiello a Giuseppe Berto, sulle pagine del Corriere Carlo Laurenzi informava laconicamente: “Laudomia Bonanni, scrittrice abruzzese di non larga fama ma di probo impegno, è stata premiata per il romanzo L’adultera” che usciva quell’anno.

Sarebbero davvero molti gli elementi, oltre quelli puramente letterari, di tipo sociale, storico, ideologico e culturale da analizzare nella figura di Laudomia Bonanni e nell’estensione tematica della sua opera, partendo anche da particolari importanti come quella citazione da Emerson posta in esergo del romanzo L’adultera i cui temi come la corsa al consumo, l’impronta edonistica che la società stava prendendo, sono intesi come una questione non solo maschile ma anche femminile. Laudomia Bonanni tratta queste conseguenze epocali a partire da una prospettiva di genere. Sono le conseguenze dei fattori determinanti del suo tempo, quelle subite dalle donne come Linda, partite per la stessa corsa di tutti nell’arricchirsi al fine di finanziare finalmente il proprio piacere dopo tutti i bisogni che i conflitti e la povertà avevano reso endemici. Tra l’altro all’interno del matrimonio allora era considerato un reato soltanto l’adulterio da parte della moglie, punito con la reclusione fino a un anno (dall’art. 559 del Codice Penale del 1930). Solo nel 1968 la Corte Costituzionale con la sentenza n.126 ne dichiarò l’illegittimità cioè quattro anni dopo la pubblicazione de L’adultera.

L’adultera racconta, con un anticipo esorbitante e un linguaggio letterario davvero anomalo per il suo tempo, delle conseguenze psicologiche del trauma subito dalle donne italiane durante i due conflitti mondiali, degli stupri e dei numerosissimi e pericolosi aborti clandestini, del boom economico, della liberazione sessuale e del diritto al piacere femminile, di tutte le ambivalenze legate alla maternità, dell’irruzione della vulgata della psicanalisi di stampo freudiano nella società italiana e nel romanzo. Ma anche la dimenticanza del romanzo di Laudomia Bonanni ci dice dell’invisibilità di genealogie letterarie femminili di riferimento e della mancanza di questa cultura in chi era preposto a leggere e spiegare davvero la letteratura per tutto ciò che dovrebbe rappresentare per un Paese che si vuole unito dalla stessa lingua.

L’adultera ci parla anche indirettamente dell’invisibilità, della ricchezza e della pluralità delle origini culturali regionali italiane. E soprattutto dell’intelligenza e del talento femminile nell’emersione attraverso la scrittura di quella poetica del vivere, e del vivente, che finisce sempre per sapere molte più cose di quanto si creda in merito alla sua contemporaneità. Doti come quelle di Laudomia, valide per se stesse, per cui il giudizio dell’arengo cittadino e letterario è da considerare solo una clausola, per quanto tremenda.

Ida Travi parla con NINA

La quarta puntata di NINA podcast a cura di Anna Toscano è dedicata a Ida Travi, poeta, saggista, scrittrice per la radio e per il teatro, grande studiosa dell’aspetto orale della poesia. Ida Travi ci regala in questo podcast un tempo generoso, inedito, pieno di poesia e parole da ascoltare.

Nella prossima puntata a cura di Viviana Scarinci parleremo di Laudomia Bonanni e della giornata di ricerca su questa importante romanziera italiana organizzata dalla SIL presso l’Università de L’Aquila nel 2021.

NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni 10 del mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify e Audible di Amazon e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Visione e poesia. Seconda puntata di NINA

In questa seconda puntata di NINA a cura di Viviana Scarinci, Chiara Zamboni risponde a quattro domande sul suo intervento al convegno di Viterbo Ecopoetiche e Ecopolitiche Poesia come cura del mondo e sulla sua ricerca espressa nell’ambito di Diotima comunità filosofica femminile nata presso l’università di Verona nel 1984. L’occasione costituita da questa seconda puntata di NINA è da non perdere. Chiara Zamboni traccia un percorso che riguarda la poesia in senso generale ma anche la soggettività femminile per come si rapporta alla realtà. Da un certo punto di vista filosofico l’atteggiamento poetico consiste nel credere nel reale oltre ciò che del reale è visibile. La visione femminile ha una qualità in più nell’adattarsi al multiforme che concerne la storia, il presente e il futuro. Zamboni con estrema sintesi ci racconta tutto questo tracciando un orizzonte culturale in cui la visionarietà delle donne nella storia del mondo si è costituita ed è stata considerata prima un valore e poi un disvalore, in termini religiosi con la Riforma protestante e la Controriforma cattolica, e infine con l’avvento dello scientismo che ha ammantato il femminile visionario di molti pregiudizi tuttora difficili da scardinare. Un excursus quello di Zamboni che include l’ideologia della bontà della natura alla necessità di un riconoscimento effettivo del ruolo centrale della soggettività femminile nell’ambito delle politiche ecologiste. Insomma un’occasione di ascolto chiarificatrice sugli infiniti legami in cui femminismo, poesia, filosofia e ecologia devono e possono essere compresi e praticati nella stringente contemporaneità.