Il ricordo più vivido che ho di Carlo Bordini è seduti a un tavolo di una trattoria i cui avventori eravamo solo lui ed io, nella cucina poco distante c’era gente che litigava in modo furibondo. Io avevo appena terminato una delle mie tirate tutte di un fiato. Gli raccontavo del perché avessi deciso di costituire autonomamente un fondo librario per dialogare con le scuole in quella provincia un po’ disgraziata. Lui si trovava lì con me perché attraverso Contemporanea Fondo Librario aveva appena partecipato a un incontro con ragazzi e ragazze di un liceo scientifico della zona che era anche il liceo in cui avevo studiato io


Era uno dei primi incontri che organizzavo e sarà stata l’emozione, o la stanchezza, ma dopo la mia tirata in quella trattoria, mi sono messa a piangere nella sala vuota mentre il litigio infuriava nelle cucine. Bordini non disse nulla. Prese la mia copia de “Il costruttore di vulcani” e si mise a disegnare sulla prima pagina del libro

Poi ci sono state molte altre occasioni di sentirci e di vederci. E di confrontarci sulla sua opera. Ci sono state molte occasioni in cui Carlo Bordini non ha esitato un attimo a supportare Contemporanea con la partecipazione della sua poesia e della sua persona alle mie iniziative


Stamattina quando ho acceso il cellulare, alla notizia della sua morte l’ho spento. Ed è rimasto spento quasi tutto il giorno perché mi è sembrato che stare zitti e non sentire nessuno fosse l’unica cosa fattibile. Ma poi mi sono ricordata di una delle sue poesie, quella che amo di più I gesti, di cui abbiamo parlato spesso. Così ho deciso di scrivere questo post perché stavolta non mi va di sbagliare gesto
I GESTI
di Carlo Bordini
Persone i cui gesti sbagliati tremano
un po’
Persone i cui gesti sbagliati. Ci sono persone
per cui
fare gesti è una cosa
difficilissima. Provano e
riprovano i loro
gesti sbagliati, e quando uno riesce sembra che tutti
riescano, ma la fila
più lunga è quella dei gesti
sbagliati, [che
fila interminabile!!
I gesti maldestri ripetuti
dopo tanti anni, i gesti
ripetuti per tanti
anni, i gesti comici,
i gesti un po’ suicidi.
i gesti interlocutori. I gesti
che non si fanno capire, le richieste
di aiuto
non accettate,
le richieste
maldestre,
continuate. le
richieste
suicide. I gesti goffi
un po’ vergognosi, blasfemi. I gesti
altezzosi, I
gesti
che non hanno peso o valore perché
maldestri, i gesti
tranquillamente maldestri, abitudinari,
i gesti
ironici.
I gesti
rassegnati
I gesti consapevolmente
goffi,
consapevoli
di essere
maldestri e goffi,
I gesti che
contengono
un’implicita
scusa
e quelli che fingono
di essere superbi
I gesti che
sanno
che non c’è niente da fare.
I gesti
silenziosi
che si
appartano
I gesti orgogliosamente
ben poco destri
I gesti di chi sa di essere maldestro
e fa dei gesti
per
allontanarsi
per non
figurare
I gesti
rassegnati
I gesti infastiditi
di chi sa di
essere goffo e di essere
considerato maldestro
I gesti straniti
di chi non sa bene
quello che fa
i gesti indispettiti
che chiedono solitudine
Oppure il gesto maldestro
definitivo, quello di non
comunicare più
di partire per la tangente per la propria
solitudine
e non comunicare più
più più
i tic
i piccoli tic
i gesti che cercano di allontanare
qualcuno
immaginato o
immaginario
il sapersi
giudicati
[da tutti]
il sapere che i propri gesti
sono
giudicati
I gesti di chi sente dentro
una debolezza
che gli rende difficile fare
qualsiasi gesto
il gesto silenzioso
come se volesse che gli altri capissero
ciò di cui ha bisogno
senza bisogno di muoversi
il gesto di non fare
nessun gesto
I gesti
immaginari
l’immaginare
di fare
un gesto
i gesti sott’acqua
fare dei gesti sott’acqua
indicando alla gente che passa
ma nessuno scopre il tuo dito
che si muove sott’acqua
I gesti estranei
c’è sempre qualcuno che guarda
i gesti che si fanno
e stabilisce che sono
maldestri folli pazzi goffi gratuiti
ridicoli
osservabili
c’è sempre qualcuno che stabilisce
che sei troppo magro
troppo grasso
un po’ troppo silenzioso
poco coerente,
un po’ strano
un po’ disturbato. [(detto
a voce bassa).],
un tipo poco
pratico
volenteroso ma
troppo solitario,
troppo introverso
troppo poco pratico
troppo poco sociale,
I gesti che evitano
la gente. I gesti che evitano
di esser visti. I gesti
che coprono, che cercano
di coprire.
I gesti che proteggono
istintivamente la faccia,
la testa le mani
la bocca, anche se
inconsapevoli
I tic
i tic un po’ ridicoli
I gesti inutili
La paura dei rumori. Il
desiderio
di non esser visti, il gesto
di coprirsi, il
desiderio di nascondersi, il
gesto di
coprirsi la testa. I gesti
di chi
ha la testa
da un’altra parte, il
gesto di coprirsi
la testa, la faccia,
la bocca, i gesti
illibati. I pensieri
illibati, i pensieri
candidi, virginali, illibati.
i gesti che fanno
il male senza saperlo
Nel 2017 ho avuto occasione di scrivere per “il lavoro culturale” un articolo che avrebbe introdotto un evento a lui dedicato presso la biblioteca consorziale di Viterbo. Di seguito l’introduzione e il link. Il pezzo uscì pochi giorni prima, l’evento andò benissimo, c’era moltissima gente, come capitava tutte le volte in cui Bordini presentava i suoi libri. Quel giorno a Viterbo Carlo vendette un sacco di copie ed era felice come un bambino.
Con “Memorie di un rivoluzionario timido” (Luca Sossella Editore, 2016) il poeta Carlo Bordini si pone, anche dal punto di vista dello storico quale in effetti è, un interrogativo aperto sugli aspetti meno frequentati di quella rivoluzione che all’inizio degli anni Sessanta, a partire dal boom economico, dilaga in tutti gli aspetti della società civile italiana. Il risultato è un libro che esige un dialogo ulteriore con quanto è ancora rimasto vivo del senso della nostra provenienza collettiva. Qui l’articolo