Nina ascolta Goliarda

Questa puntata del podcast NINA a cura Anna Toscano è dedicata a #GoliardaSapienza della quale, proprio oggi 10 maggio, ricorre il giorno della nascita. Abbiamo pensato di non mettere parole o discorsi per dire di lei, ma di lasciare tutto lo spazio alle sue parole. Così ascolterai le prime pagine dei libri di Sapienza dalla voce e dall’interpretazione di #VivianaNicodemo e #CristianaRaggi, attrici professioniste, #CeciliaGualazzini e #AnnaToscano, lettrici professioniste.
Ascoltiamola!

NINA è il podcast della #SocietàItalianaLetterate ideato e organizzato da Anna Toscano e #VivianaScarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da #Spotify, #Audible di #Amazon #Googlepodcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

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Nina di aprile e su Sybille Bedford!

Ancora una bellissima puntata di Nina. Si parla di Sybille Bedford a cura di Anna Toscano con Antonella Cilento e Valeria Palumbo.

NINA è il podcast della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify, Audible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

NINA su Alice Ceresa letteratura femminismo e contemporaneità

In questa puntata a cura di Viviana Scarinci, Laura Fortini e Alessandra Pigliaru, curatrici di Abbecedario della differenza Omaggio ad Alice Ceresa, Nottetempo 2020, raccontano attraverso Nina la figura di Alice Ceresa inserendo questa straordinaria scrittrice nella contemporaneità delle problematiche e delle politiche femministe dei giorni nostri.

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Su Leggendaria 157 scrivo dell’opera di Florinda Fusco

Sono davvero lieta che il mio articolo sull’opera di Florinda Fusco sia stato pubblicato su Leggendaria di gennaio. Il testo riprende in parte il podcast che diaria/o ha dedicato al dialogo con questa importante poeta e studiosa. Grazie sempre a Anna Maria Crispino e alla sua generosa capacità di tenere insieme cose tanto preziose e importanti da dirsi e da condividere.

Per chi se lo fosse perso qui Diaria podcast in dialogo con Florinda Fusco. Mentre qui potrete ascoltare la puntata di Nina podcast che Anna Toscano e io abbiamo dedicato a Leggendaria, alla sua lunga storia da sempre attentissima al mondo della scuola, alle politiche delle donne, alle scritture e alle filosofie femministe che costituiscono alcuni tra i punti di vista più significativi per tentare una lettura quanto più lucida possibile del nostro presente.

Tra l’altro sulla ricchissima Leggendaria di questo mese: si avvicina la sesta edizione di Feminism, la Fiera dell’editoria delle donne, che si terrà alla Casa Internazionale delle Donne di Roma tra il 3 e il 6 di marzo. Leggendaria è attiva promotrice dell’iniziativa sin dal suo esordio, ma quest’anno il nostro gruppo di “Care prof”, insieme alla Società Italiana delle Letterate e ad altri gruppi e associazioni che si occupano di scuola e formazione, ha organizzato una intera giornata (il 6 marzo) per confrontarsi sui molti nodi della questione: ne parlano Silvia Neonato, Annalisa Comes e Simona Bonsignori nello Speciale dedicato all’appuntamento.

Leggi di più su questo numero

Nina questo mese è con Tutte le ragazze!

In questa puntata a cura di Anna Toscano, Nina parla con Giusi Marchetta, da anni impegnata con le ragazze a lavorare sul femminismo, e con Giada Letonja.

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Fantascienza e distopia nella scrittura delle donne

In questa puntata di NINA, a cura di Viviana Scarinci, con le scrittrici Giuliana Misserville e Maristella Lippolis parleremo di fantascienza e distopia nella scrittura delle donne. NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da SpotifyAudible di Amazon Google podcast e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

NINA su Laudomia Bonanni

La quinta puntata di NINA podcast a cura di Viviana Scarinci è dedicata a Laudomia Bonanni con Maristella Lippolis, Maria Vittoria Vittori e Martina Pala.

Laudomia Bonanni (L’Aquila, 8 dicembre 1907 – Roma, 21 febbraio 2002) è stata una scrittrice italiana di origine aquilana. Insegnante elementare e poi consulente del tribunale minorile. In questa puntata di Nina  ideata a seguito della giornata di studio voluta dalla Società Italiana delle Letterate l’11 settembre 2021 presso l’università degli studi dell’Aquila, tre relatrici di eccezione ci regalano alcune riflessioni interessantissime sull’opera di questa importante scrittrice ancora tutta da studiare.

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Appunti su L’adultera di Laudomia Bonanni

di Viviana Scarinci

Emerson che visse tra il 1803 e il 1882 espresse con una capacità di sintesi fuori dal comune quello che era un avvertimento contro il materialismo emergente: “Le cose stanno in sella e cavalcano l’umanità”. Questo inciso è la frase che Laudomia Bonanni sceglie da mettere in esergo a L’adultera edito nel 1964. Si tratta di una vicenda focalizzata nell’arco di ventiquattro ore. Le ultime ore della vita di Linda, commessa viaggiatrice, moglie, madre e adultera. Si tratta di un viaggio di lavoro che racchiude come scopo il lavoro medesimo e con l’occasione un convegno amoroso clandestino.

Se non facessimo attenzione all’esergo, se da semplici lettrici e lettori ci volessimo concentrare sulla superficie della vicenda, se volessimo tralasciare il lavoro di ricerca letteraria e tematica che ha portato Bonanni a concepire la prosa di questo libro, L’adultera potrebbe sembrare ciò che è solo in parte. Cioè la storia di una donna per niente empatica che cerca e vive il proprio desiderio ponendolo al centro della sua vita. A ben guardare tema già enorme da esprimere così pienamente in un romanzo italiano uscito nel 1964, quando negli Stati Uniti nel 1973, quasi dieci anni dopo, Erica Jong con Paura di volare divenne una scrittrice femminista di fama mondiale mettendo al centro la vicenda dell’insicura Isadora che ricerca la pienezza del proprio desiderio, cozzando contro l’istituzione matrimoniale, e le sue sicurezze concepite secondo i principi patriarcali.   

Ma torniamo in Italia, a Laudomia, a quasi quindici anni prima della pubblicazione de L’adultera. È venerdì 10 febbraio del 1950, il giorno successivo, sabato sera ci sarà l’assegnazione del XIV premio Bagutta. Circolano i nomi di Pavese, Soldati, Civinini, Piovene, Brancati, scartata la candidatura di Papini, e c’è Laudomia Bonanni una maestra elementare dell’Aquila del tutto nuova all’arengo letterario, come scriverà il cronista del Corriere della Sera di quel giorno. Una scrittrice che peraltro era favoritissima. E infatti quell’anno Bonanni vinse il premio Bagutta opera prima mai assegnato a una donna fino a quel momento con Il fosso.

Qui voglio aprire una parentesi sul posizionamento puramente sociale che il linguaggio della stampa e dei media rendono osservabile. Nel Medioevo, era chiamato arengo il luogo dove le cittadinanze insorte contro i feudatari signori delle campagne, si riunivano per deliberare. Perciò l’arengo è da intendersi come una specie di assemblea cittadina antesignana del moderno parlamento. Un luogo in cui la città, si sarebbe fatta Stato unitario e centrale creando così l’idea culturale dell’unicità del proprio potere e perciò della periferia e della marginalità di tutto l’altro da sé. L’arengo letterario nominato in riferimento alla posizione sociale e culturale di Laudomia Bonanni al momento della sua comparsa nel mondo maschile delle lettere nazionali, qui ci sembra essere una scelta lessicale particolarmente rivelatrice.

La notizia più rilevante su Laudomia Bonanni nella ricerca che ho compiuto all’interno dell’archivio digitale del Corriere della Sera si riferisce a qualcosa di noto per chi si occupa di Bonanni. È il 1960 Laudomia vince il premio Viareggio per la narrativa, che consiste nella cifra di un milione di lire che le viene assegnato per il romanzo L’imputata.

Inserendo nel motore di ricerca dell’archivio storico che contiene tutte le edizioni pubblicate fin dal primo numero del Corriere al 2017 il nome di Laudomia Bonanni ricorre 56 volte. La prima volta che Bonanni appare sul quotidiano nazionale tuttavia risale al 22 dicembre del 1939 in un articolo dal titolo significativo L’arte di regalare libri per ragazzi che si proponeva di illustrare una carrellata di romanzi di avventura. Laudomia Bonanni Caione viene citata per Men. Avventura al nuovo fiore romanzo coloniale per ragazzi.

È invece dell’edizione del 6 e 7 dicembre del 1949 il famoso articolo intitolato Aggredisce mostri la ragazza di Aquila in cui Eugenio Montale illustrando il tipo di neorealismo regionale e perciò per Montale esclusivamente verghiano, indica Bonanni tra quegli scrittori (uso il maschile non a caso). L’autrice è un’eccellenza capace di tagliare corto quando la verità si fa troppo vera. Cioè Montale riconosce a Bonanni le caratteristiche della meglio vocazione neorealista e l’originalità di una scrittura di ricerca davvero forte. Salvo prescrivere: “Se riuscirà a diventare più asettica e cederà meno alla tentazione (oggi così femminile) di una scrittura intensamente artistica, pregnante, densa, troppo insistita nei particolari, questa Laudomia farà certo strada”.

Ma già il 6 settembre 1964 nell’articolo che annunciava l’assegnazione del premio Campiello a Giuseppe Berto, sulle pagine del Corriere Carlo Laurenzi informava laconicamente: “Laudomia Bonanni, scrittrice abruzzese di non larga fama ma di probo impegno, è stata premiata per il romanzo L’adultera” che usciva quell’anno.

Sarebbero davvero molti gli elementi, oltre quelli puramente letterari, di tipo sociale, storico, ideologico e culturale da analizzare nella figura di Laudomia Bonanni e nell’estensione tematica della sua opera, partendo anche da particolari importanti come quella citazione da Emerson posta in esergo del romanzo L’adultera i cui temi come la corsa al consumo, l’impronta edonistica che la società stava prendendo, sono intesi come una questione non solo maschile ma anche femminile. Laudomia Bonanni tratta queste conseguenze epocali a partire da una prospettiva di genere. Sono le conseguenze dei fattori determinanti del suo tempo, quelle subite dalle donne come Linda, partite per la stessa corsa di tutti nell’arricchirsi al fine di finanziare finalmente il proprio piacere dopo tutti i bisogni che i conflitti e la povertà avevano reso endemici. Tra l’altro all’interno del matrimonio allora era considerato un reato soltanto l’adulterio da parte della moglie, punito con la reclusione fino a un anno (dall’art. 559 del Codice Penale del 1930). Solo nel 1968 la Corte Costituzionale con la sentenza n.126 ne dichiarò l’illegittimità cioè quattro anni dopo la pubblicazione de L’adultera.

L’adultera racconta, con un anticipo esorbitante e un linguaggio letterario davvero anomalo per il suo tempo, delle conseguenze psicologiche del trauma subito dalle donne italiane durante i due conflitti mondiali, degli stupri e dei numerosissimi e pericolosi aborti clandestini, del boom economico, della liberazione sessuale e del diritto al piacere femminile, di tutte le ambivalenze legate alla maternità, dell’irruzione della vulgata della psicanalisi di stampo freudiano nella società italiana e nel romanzo. Ma anche la dimenticanza del romanzo di Laudomia Bonanni ci dice dell’invisibilità di genealogie letterarie femminili di riferimento e della mancanza di questa cultura in chi era preposto a leggere e spiegare davvero la letteratura per tutto ciò che dovrebbe rappresentare per un Paese che si vuole unito dalla stessa lingua.

L’adultera ci parla anche indirettamente dell’invisibilità, della ricchezza e della pluralità delle origini culturali regionali italiane. E soprattutto dell’intelligenza e del talento femminile nell’emersione attraverso la scrittura di quella poetica del vivere, e del vivente, che finisce sempre per sapere molte più cose di quanto si creda in merito alla sua contemporaneità. Doti come quelle di Laudomia, valide per se stesse, per cui il giudizio dell’arengo cittadino e letterario è da considerare solo una clausola, per quanto tremenda.

Ida Travi parla con NINA

La quarta puntata di NINA podcast a cura di Anna Toscano è dedicata a Ida Travi, poeta, saggista, scrittrice per la radio e per il teatro, grande studiosa dell’aspetto orale della poesia. Ida Travi ci regala in questo podcast un tempo generoso, inedito, pieno di poesia e parole da ascoltare.

Nella prossima puntata a cura di Viviana Scarinci parleremo di Laudomia Bonanni e della giornata di ricerca su questa importante romanziera italiana organizzata dalla SIL presso l’Università de L’Aquila nel 2021.

NINA è il podcast  della Società Italiana delle Letterate ideato e organizzato da Anna Toscano e Viviana Scarinci. Ogni 10 del mese una puntata nuova che poi potrete scaricare e tenere con voi per ascoltarla e riascoltarla quando volete a partire da Spotify e Audible di Amazon e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti.

Visione e poesia. Seconda puntata di NINA

In questa seconda puntata di NINA a cura di Viviana Scarinci, Chiara Zamboni risponde a quattro domande sul suo intervento al convegno di Viterbo Ecopoetiche e Ecopolitiche Poesia come cura del mondo e sulla sua ricerca espressa nell’ambito di Diotima comunità filosofica femminile nata presso l’università di Verona nel 1984. L’occasione costituita da questa seconda puntata di NINA è da non perdere. Chiara Zamboni traccia un percorso che riguarda la poesia in senso generale ma anche la soggettività femminile per come si rapporta alla realtà. Da un certo punto di vista filosofico l’atteggiamento poetico consiste nel credere nel reale oltre ciò che del reale è visibile. La visione femminile ha una qualità in più nell’adattarsi al multiforme che concerne la storia, il presente e il futuro. Zamboni con estrema sintesi ci racconta tutto questo tracciando un orizzonte culturale in cui la visionarietà delle donne nella storia del mondo si è costituita ed è stata considerata prima un valore e poi un disvalore, in termini religiosi con la Riforma protestante e la Controriforma cattolica, e infine con l’avvento dello scientismo che ha ammantato il femminile visionario di molti pregiudizi tuttora difficili da scardinare. Un excursus quello di Zamboni che include l’ideologia della bontà della natura alla necessità di un riconoscimento effettivo del ruolo centrale della soggettività femminile nell’ambito delle politiche ecologiste. Insomma un’occasione di ascolto chiarificatrice sugli infiniti legami in cui femminismo, poesia, filosofia e ecologia devono e possono essere compresi e praticati nella stringente contemporaneità.

Nasce Nina il podcast della SIL

NINA nasce per rilanciare parte del materiale audio prodotto dalla ricerca SIL e per presentare contenuti nuovi implementando l’attitudine alla comunicazione che ha sempre contraddistinto il lavoro di ricerca della Società Italiana delle Letterate.

Dopo mesi di progettazione sono molto felice di annunciare la pubblicazione della prima puntata di NINA il podcast della Società Italiana delle Letterate che ho ideato e organizzato insieme a Anna Toscano. Ogni 10 del mese pubblicheremo una puntata nuova su un sempre maggiore numero di piattaforme podcast a partire da Spotify e Audible di Amazon e altre piattaforme in cui l’ascolto è completamente libero da abbonamenti vincolanti. Il mio interesse, anche tecnico per il formato podcast è nato tre anni fa attraverso alcuni audio diffusi su Diaria Blog e non si è mai sopito. Se l’ho poco praticato rispetto a quanto avrei voluto è stato solo per mancanza del tempo necessario che serve a una cura adeguata a tutti gli aspetti tecnici, insieme a quelli contenutistici necessaria a una produzione qualitativamente fruibile e tematicamente interessante degli audio proposti. Quando ci siamo trovate con Anna Toscano insieme nel nuovo direttivo SIL a avere lo stesso tipo di interesse (Anna per la SIL si occupa dell’ufficio stampa e social, io della gestione del sito) per questa forma di comunicazione, abbiamo immaginato un podcast per la Società delle Letterate attraverso un progetto che è stato accolto dalle colleghe del direttivo con grande entusiasmo perciò qualche mese fa ci siamo messe al lavoro. L’idea di NINA nasce con l’obiettivo di rilanciare parte del materiale audio pregresso prodotto dalla ricerca SIL e di presentarne del nuovo implementando l’attitudine alla comunicazione che la Società delle Letterate ha sempre avuto nell’ambito di una prospettiva futura tanto prossima da essere già presente. Questo non solo per aggiornare SIL con i tempi ma soprattutto per individuare una forma di comunicazione più aderente al modo di essere SIL, stando più vicine alle proprie socie e così potenzialmente incontrarne altre. NINA quindi attraverso questo media del tutto nuovo per SIL che è il podcast sarà un contenitore e un luogo di suoni, parole e silenzi in cui ascoltare le nostre voci. Ascoltando Nina troverete interviste, letture, dialoghi, poesie, canzoni, dibattiti tutto attraverso la lente del femminismo.

Il primo podcast che potete ascoltare si intitola Passaggi metamorfici della poesia e riguarda l’intervento di Chiara Zamboni, introdotto da Elvira Federici (presidente SIL) che ha avuto luogo nell’ambito del convegno Ecopoetiche Ecopolitiche. Poesia come cura del mondo che si è tenuto nel mese di marzo 2022 presso la Biblioteca Consorziale di Viterbo (video integrale del convegno qui, qui e qui) . Il podcast del 10 luglio sarà una mia intervista a Chiara Zamboni sulla sua ricerca e sul libro Sentire e scrivere la natura

La musica: pochi secondi di studio di un duetto di Béla Bartók suonato dalle violiniste Daniela Santi e Sara Michieletto. L’immagine è di Anna Toscano.

Chiara Zamboni insegna Filosofia teoretica all’Università degli Studi di Verona. Nel 1984 ha fondato assieme ad altre (Luisa Muraro, Adriana Cavarero, Wanda Tommasi ecc) la comunità di filosofia femminile “Diotima”, all’università di Verona. L’impianto della ricerca filosofica si basa su una teoria della differenza sessuale, assunta come significante e non come significato, cioè come orientamento ermeneutico dei segni della realtà, come guida ad atti interpretativi del tessuto del mondo. La sua riflessione su linguaggio, basata sulla relazione di fiducia che abbiamo con la terra, fiducia che si sottrae al dispositivo soggetto oggetto, evoca fin nella sua scrittura filosofica, quell’attenzione poetica che ci consente di vivere la realtà “nutrendola creativamente di parole”. Tra le sue pubblicazioni: Parole non consumate. Donne e uomini nel linguaggio (2001); Pensare in presenza. Conversazioni, luoghi, improvvisazioni (2009), Immaginazione e politica. La rischiosa vicinanza tra reale e irreale (2009) La carta coperta. L’inconscio nelle pratiche femministe (2019) e Sentire e scrivere la natura (2020)

Sylvia Plath per Leggendaria 153 Guerra e Pace

“La libertà della donna newyorkese del primo decennio del secolo, il periodo della grande depressione, il proibizionismo, il rovinoso crollo della borsa di Wall Street  del 1929 contribuiscono per Paulina Bren a creare modelli femminili profondamente contraddittori. Il modello di donna nuova di inizio secolo aveva lasciato il posto, quando Sylvia arriva a New York, alla pretesa di un ritorno alla tradizione, incoraggiato dal dilagare della povertà anche cittadina. Tuttavia non per questo la questione reale della donna lavoratrice per ambizione o necessità era passata in cavalleria, anzi. Il serpeggiare di questo modello di donna fieramente lavoratrice insieme a un preteso  ritorno delle donne a un ruolo più tradizionale dentro la famiglia avrebbe consegnato anche Sylvia Plath ai doppi oneri che gli standard degli anni Cinquanta imponevano alla donna americana”

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Sommario

Libri di cui parlo nell’articolo

Conferma al direttivo SIL per il biennio 2022-23

Il Consiglio Direttivo della Società Italiana delle Letterate, in carica per il biennio 2022-2023 che è stato eletto durante l’assemblea del 20 marzo 2022, vede confermata la mia presenza in questo organismo.

DIRETTIVO IN CARICA: 2022-2023

Rossella Caleca 

Annalisa Comes 

Elvira Federici (Presidente)

Gabriella Musetti (Tesoriera)

Donatella Saroli (Vicepresidente)

Viviana Scarinci

Anna Toscano

Ecopoesia un testo imprevisto scritto la notte prima

Qualche mese fa questo spazio del Convegno SIL Ecopoetiche Ecopolitiche, poesia come cura del mondo doveva essere riservato a un dialogo che si sarebbe riferito alla traduzione italiana di Zong! Come narrato all’autrice da Setaey Adamu Boateng di Marlene NourbeSe Philip, cui avrebbero dovuto prendere parte la traduttrice italiana Renata Morresi e l’editrice Mariangela Guatteri. Poi questo spazio di dialogo sarebbe dovuto essere riservato alla poeta e critica letteraria Bianca Battilocchi, infine al mio fianco oggi ci sarebbe dovuta essere la poeta Lidia Riviello ma come vedete non c’è, né lei né le altre persone che ho nominate. Perciò vi parlerò in questi pochi minuti sostituitivi di quello che avrebbe potuto essere, di alcune suggestioni che mi hanno accompagnato in questi mesi.

La prima suggestione che vi vorrei offrire mi è arrivata da un recente intervento di Roberta Mazzanti nell’ambito dell’incontro che ha avuto luogo meno di un mese fa presso il Giardino dei ciliegi di Firenze intitolato Incontrarsi ai crocevia. Eredità plurali di Liana Borghi. Mazzanti parlando di uno degli innumerevoli aspetti della ricerca e delle pratiche di Liana Borghi definisce la poesia un disegnare la mappa dei fallimenti, inserendo questa definizione tuttavia  all’interno di un’investigazione fervidamente attiva e ambivalente (in termini di fiducia nel successo dell’impresa) in merito a quale sia il potere effettivo del linguaggio letterario nel suo descrivere, incidere, e cambiare la realtà. 

Questa focalizazzione così precisa e sintetica mi ha colpito proprio perché evidenziava a mio avviso un legame forte tra i lavori che in parte  questo convegno sulla poesia come cura, si è riproposto di fare e l’essenza per così dire poetica della pratica di Liana Borghi, per quel pochissimo che ho potuto conoscere in prima persona. 

L’altra madrina ideale che nominava Elvira Federici in apertura che ho richiamato dalle pagine di Leggendaria 151 in occasione di un articolo che si riferiva a questa nostra due giorni così attesa, è Lidia Curti che attraverso l’ultimo libro Femminismi futuri (su questo blog ne ho parlato qui ) a sua cura e a cura di Marina Vitale, ha profilato un prospetto vastissimo in cui afrofemminismo, politiche femministe decoloniali, miti e figurazioni future hanno saputo integrarsi perfettamente con quello che Curti indica come un confronto con l’alterita’ da praticare attraverso un’estetica del discontinuo, dell’interruzione, del disordine, dell’asimmetrico, come in poesia del resto.

Quale introduzione può essere  migliore a un incontro in cui si vuole parlare di ecofemminismo attraverso il linguaggio della poesia, in un momento storico cui voler essere comunque contemporanee senza sottrarsi alla nostra responsabilità di poete, di femministe, artiste, studiose senza ognuna di noi rinunciare alla propria agenda, come indicava Anna Maria Crispino ieri. Quale se non quella riflessione che richiama da un lato lo stare con tutto quello che anche i workshop di questo convegno hanno indagato in termini di cura: stare con il fallimento, la cura, la lingua madre e la lingua dell’altra, la ferita, ma anche con tutta la carica trasformativa e vitalistica di cui il linguaggio poetico è portatore.

Secondo una definizione abbastanza diffusa ormai  l’ecofemminismo riafferma il mondo nella sua complessità e nello stesso tempo propone un impegno e una sintonizzazione con un mondo originario, un mondo dinamico e ricco, proprio perché concepito, in una prospettiva anche storica  dentro  un continuum di relazioni tra umani nelle loro diversità e non umani portatori tra loro e a loro volta di diversità per niente scontate. E’ tramite questo modo per così dire ecologico che il linguaggio poetico parte alla volta di una indagine che si insinua all’interno dell’habitat. 

In questa definizione di habitat  si può trovare un orientamento volto a una  coabitazione dell’essere poeta e femminista dentro  un linguaggio/casa in cui l’ambivalenza si fa indagine plausibile  molto più che altrove. Così come nell’udire la definizione di poesia come mappa dei fallimenti, trovo molta più speranza che in ingannevoli  rassicurazioni di successo o di possibile e illusorio raggiungimento di un qualche obiettivo in termini di una definizione provvisoria ma accettabile della realtà che ci circonda.

Un certo modo politico di intendere l’ecopoesia  si misura  con il potere che il linguaggio letterario ha di  muovere da tutt’altra unità di misura stabilita. Quella della parola poetica ecologica  ha come unità di misura un elemento che segna la sua differenza  fondativa: l’ecosistema, come alcune e alcuni teorici dell’ecofemminismo hanno asserito. L’ecosistema è l’unità di misura della sopravvivenza come elemento che mette in relazione la percezione della nostra storia di umani, le pratiche,  parole, traduzioni resistenti  materialmente opponibili a qualsiasi potere e prevaricazione. La poesia dal canto suo segna, può segnare, un’estetica di quella misura che abbiamo chiamato ecosistema. 



Questo frammento di discorso contrae un debito importante con il pensiero di Nasrullah Mambrol e getta idealmente le basi di uno svolgimento più articolato in cui storia, poesia, ambiente, relazioni quotidiane tra individui e degli individui con la natura si articolano e vengono comunicati globalmente attraverso il così detto landscape of fear, il paesaggio della paura, teorizzato da Peter Turchin, termine che a sua volta Turchin prende in prestito dal mondo animale come strumento di analisi sociale (e poetico/narrativa per quello che mi riguarda) attraverso il significato ecologico e di conservazione della paura. Sono stata messa sull’avviso di questa lettura relativa alla paura e al fallimento storico per così dire della lucidità, anche da una delle newsletter di MEDUSA in cui citando Turchin relativamente alle conseguenze delle guerre e carestie del Basso Medioevo, si tentava di dare una lettura ecologica, anche delle conseguenze storiche, sociali e ambientali degli stati d’animo per così dire attanagliati dall’idea della morte e dal “concetto” di lutto.

6 marzo alle 17 Il libro di tutti. Elena Ferrante al Pentatonic

Care amiche e amici, domenica 6 marzo alle 17 avrà luogo un evento molto speciale su Elena Ferrante, la traduzione in lingua tedesca, le fiction tratte dai romanzi di questa autrice e il metodo di indagine che ho dedicato alla scrittura di Ferrante attraverso i miei libri in italiano Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo e tedesco Neapolitanische Puppen. Ein Essay über die Welt von Elena Ferrante. L’incontro che avverrà esclusivamente dal vivo, si terrà a Roma a cura di Anna Maria Curci presso il Club Live Pentatonic.

L’evento prevede di essere seguito esclusivamente dal vivo. Ingresso con tessera ARCI 2021-2022; è possibile tesserarsi in sede. Prenotazione obbligatoria (+39 3519674290). Nel rispetto delle normative vigenti, potrà accedere al locale chi è in possesso della certificazione verde rafforzata COVID-19.

Qui tutte le recensioni e le presentazioni online che hanno avuto luogo fino a ora


Quando un libro è di tutti e di nessuno. Approfondimento e appendice online del mio lavoro su Elena Ferrante

Ecologia letteraria dell’immaginazione senza corpo

Elena Ferrante dall’invisibilità all’essere vista ovvero la performance del corpo femminile mancante 

Elena Ferrante una genealogia plurale femminile per le italiane

Elena Ferrante: l’istruzione, il linguaggio e le evidenze disturbanti

Emily Dickinson, Dante, Goethe e Elena Ferrante

Su Leggendaria 151 e Convegno SIL

Su Leggendaria 151
Viviana Scarinci, Relazione, alleanza e confronto tra alterità
Società Italiana delle Letterate
ECOPOETICHE/ECOPOLITICHE. POESIA COME CURA DEL MONDO
BIBLIOTECA CONSORZIALE DI VITERBO

18- 20 marzo 2022

Il 2021 è stato un anno che ha visto il protrarsi dell’incertezza dovuta alla pandemia ma anche la centralità della crisi climatica e ambientale nell’ambito del discorso pubblico. L’anno passato è stato segnato inoltre dalla scomparsa di Lidia Curti e Liana Borghi, due figure di grande rilievo verso il pensiero delle quali la Società delle Letterate e il femminismo italiano in genere hanno contratto un debito importante.
Il convegno Ecopoetiche-Ecopolitiche. La poesia come cura del mondo si propone di recepire e rilanciare una parte del lascito di queste due maestre focalizzando alcuni temi del femminismo cari alla loro ricerca, attraverso l’ottica della poesia.

Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo a Pisa 10 dicembre alle 17,30 con la Casa della donna alla Stazione Leopolda

Perché i romanzi di Ferrante si possono dire politici? Perché Ferrante è una scrittrice politica nonostante  non abbia mai asserito pubblicamente  di aderire a una qualche militanza? Argomenti come la vergogna per le  proprie origini, il discusso uso del dialetto individuato alla stregua di uno stigma sociale, il focus sulla figura ambivalente delle  madri, sull’istruzione e le strumentalizzazioni  dei titoli di studio. I romanzi di Ferrante in che modo hanno contribuito  all’emersione di un rimosso collettivo e individuale che è insito nelle dinamiche sociali? E ancora Il significato delle parole  frantumaglia e smarginatura: come si differenziano tra loro? Come è stato possibile che si siano rese riconoscibili nell’esperienza delle donne di tutto il mondo? E gli uomini sono immuni da questi sintomi? Ferrante vista e riletta cinematograficamente da registe e registi di film e fiction  è la stessa Ferrante dei romanzi che noi amiamo?

Venerdì 10 dicembre sarò finalmente in presenza a Pisa per parlare del Libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo. Con Irene Bianchi (brillante studiosa di Elena Ferrante attraverso una tesi di laurea dedicata) parleremo dei romanzi da L’amore molesto a La vita bugiarda degli adulti passando per le altre scritture ferrantiane: gli articoli per il Guardian raccolti ne L’invenzione occasionale, le interviste collezionate ne La frantumaglia per arrivare al libro appena uscito I margini e il dettato con il quale Ferrante affronta la scrittura saggistica offrendo alle sue lettrici e lettori un fascinoso report, dubbi e dolori compresi, di una vita dedicata alla letteratura e al romanzo.

Grazie infinite alle amiche della casa della donna di Pisa e al loro impegno instancabile che rende possibili incontri come questo.

Qualcosa sul progetto editoriale Repertorio critico delle poete italiane presentato presso la Biblioteca Elio Pagliarani di Roma

Ieri si è tenuto presso la Biblioteca Elio Pagliarani di Roma un incontro importante per la poesia. In un primo momento l’idea prospettata da Gabriella Musetti confesso mi aveva fatto tremare i polsi. Di primo acchito la creazione per la Società Italiana delle Letterate di un repertorio critico che illustrasse il lavoro di poete italiane e italofone, viventi, nate prima del 1970 può sembrare un’impresa tanto necessaria quanto impossibile.

Il primo motivo dei miei tremori, seguito però da un fremito di gioia, ha riguardato l’ampiezza che Musetti si è riproposta di coprire in termini di ricerca, attraverso un progetto editoriale strutturato con una profonda consapevolezza relativa alla sua esperienza di poeta, editrice e femminista posta al servizio di un repertorio critico intitolato suggestivamente Fuori dal canone. Per una storia della poesia italiana delle donne.

È infatti di questi giorni la presentazione al circolo della stampa di Trieste dell’associazione di promozione sociale Vita Activa Nuova che vede Gabriella Musetti tra le fondatrici. Vita Activa Nuova è dunque anche la casa editrice che si propone in prospettiva la pubblicazione del repertorio SIL delle poete italiane.

Il secondo motivo di tremore e poi di entusiasmo incondizionato, riguarda il fatto che si tratta di un progetto che per come è stato concepito insiste anche metodicamente su una difficoltà costante e comune. Una difficoltà spesso insormontabile cioè quella che affrontano le scrittrici, le poete e le critiche letterarie che si propongono di ricercare e di scrivere fuori dal confine del canone e di conseguenza fuori dalle categorie per così dire accreditate da un sistema di pensiero unico.

Del resto il discorso sulle problematiche del canone era stato precocemente declinato in termini politici e critici dalla SIL già nel 2015, attraverso una pubblicazione fondamentale che ha aperto la strada a molti discorsi pubblici sui limiti intollerabili che il concetto di canone impone che per fortuna si stanno tenendo oggi.

Gabriella Musetti in estrema sintesi a noi redattrici reclutate nel direttivo della Società delle Letterate tra coloro che si occupano a vario titolo di poesia (Elvira Federici, Loredana Magazzeni, Anna Toscano) ha chiesto di agire nella ricerca delle poete e delle curatrici/curatori più appropriate/i sulla base di un principio di accreditamento incentrato su un panorama molto più ampio rispetto a quello ristretto e ufficializzato da un canone letterario come minimo latitante quando funge da osservatorio sul lavoro delle poete.

Ho immaginato perciò che l’azione più utile che potessi intraprendere in prima battuta fosse quella di occuparmi il meno possibile, in veste di critica, delle poete che intendevo proporre all’attenzione della redazione del repertorio.

Per inciso l’unica poeta di cui ho scelto di occuparmi come critica in collaborazione con Luca Benassi è Lucianna Argentino Questo perché a mio avviso un repertorio critico che si configura sulla base di una tale vastità di vedute richiede di avvalersi il più possibile dell’analisi di critiche e critici specialiste/i  delle soggettività poetiche che si considera di includere.

Pertanto ho iniziato il mio lavoro redazionale con la consultazione di quelle organizzazioni del mondo dell’editoria e di quelle realtà letterarie con le quali fossi entrata da tempo in contatto diretto attraverso la mia attività di poeta e critica di poesia.  Si è trattato per me di una vera e propria consultazione messa in atto attraverso una rete relazionale formata da quelle entità che negli anni mi hanno portato a constatare  personalmente quanto agissero con presupposti affini a quelli che il progetto del repertorio si propone in termini di indipendenza.

Una di queste è la redazione delle edizioni Anterem che bandisce da trentasei anni il Premio Lorenzo Montano. La loro attenzione critica di amplissima portata è testimoniata  dal modo composito in cui la redazione si è strutturata negli anni e ha agito nell’analisi dei lavori poetici proposti loro esclusivamente sul vivo dei testi. Questo lungo corso di attenzione e indipendenza è evidente da quest’anno in particolare dalla netta prevalenza della pubblicazione di voci poetiche femminili di estremo interesse su cui la casa editrice veronese ha puntato.

Per quanto riguarda la funzione di osservatorio attraverso il web ho interagito con quelli che sono tra i punti di riferimento più accreditati soprattutto dalla qualità della loro ricerca e promozione nella poesia contemporanea. Uno di questi è il sito Poetarum Silva con Anna Maria Curci caporedattrice insieme a Fabio Michieli. Curci poeta, studiosa e traduttrice è, tra le altre, coinvolta nel repertorio come poeta e e come critica nell’analisi delle poete da includere.

Un altro di questi siti è Slowforward molto noto per la proposta di realtà poetiche tra le più attuali del panorama nazionale e internazionale. Marco Giovenale, poeta e critico, il creatore e promotore del sito è tra i curatori del repertorio attraverso l’analisi critica del profilo poetico di Mariangela Guatteri.

Il repertorio dunque riguarda il lavoro di poete la cui ricerca è ancora in corso di svolgimento. Credo che anche questo sia un segnale politico molto forte che il repertorio voglia dare. Per concludere vorrei sottolineare come questo criterio che ho sommariamente illustrato è stato possibile grazie a una politica di compilazione precisamente scandita affidata alle scelte soggettive delle redattrici, tutte come già detto poete e critiche letterarie.

Questa precisazione si dimostra opportuna perché è stato chiaro fin da subito che un repertorio critico il quale si proponga un’indagine sul presente della poesia italiana delle donne, debba avvalersi dell’esperienza  maturata da soggettività e organizzazioni che si sono prefissate come assunto, un lavoro del tutto indipendente sui fenomeni della contemporaneità poetica, con ciò individuando criteri inediti e pertinenti al vivo di quelle ricerche poetiche che sono in corso di svolgimento.

2 dicembre ore 21: Fuori dal canone. Per una storia della poesia italiana delle donne Biblioteca Pagliarani di Roma

Giovedì 2 dicembre alle ore 21 presso la Biblioteca Pagliarani di Roma si svolgerà un incontro in presenza e in rete sul tema: “Fuori dal canone. Per una storia della poesia italiana delle donne”. Parteciperò all’incontro in qualità di direttivo SIL e redatrice del progetto editoriale con Elvira Federici, Loredana Magazzeni, Gabriella MusettiAnna Toscano. Saremo in dialogo con Cetta Petrollo. Questo incontro intende fare il punto sul progetto di ricerca e compilazione del nuovo Repertorio delle poete contemporanee italiane e italofone avviato da questo Direttivo SIL nel corso dell’anno 2021, un progetto ideato da Gabriella Musetti. Altro argomento riguarderà il prossimo convegno SIL 2022 che si terrà a Viterbo dal 18 al 20 marzo, tema: Ecopoetiche, ecopolitiche. Chi volesse partecipare online può richiedere il link a societaletteratepoesia@gmail.com 

Addio a Liana Borghi

Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo presentazione al Giardino dei Ciliegi con Liana Borghi e Clotide Barbarulli del 18 giugno 2021

Questo è il mio ricordo di Liana Borghi, scomparsa sabato notte. Nel riquadro al centro, nel corso di una presentazione a distanza (qui il video integrale) in cui ero davvero troppo emozionata, Liana non ha parlato mai ma c’era con Clotilde Barbarulli nell’acume delle domande e nella generosità dell’opportunità che loro mi stavano offrendo con un tipo di gratuità rarissima, di quelle che ti rimette al mondo. Oggi Anna Maria Crispino dalle pagine del sito della SIL scrive “forse l’idea più forte che Liana ed io avevamo in comune era la necessità che la nostra Associazione non dovesse essere una sorta di “lobby” accademica, ma un luogo di confronto e reciproca valorizzazione di studiose e appassionate. E così fu, anche se con non poche difficoltà nei primi anni per “mediare” tra differenze di interessi e collocazioni delle molte che sin dall’inizio e poi negli anni successivi si sono aggregate ad una impresa che sembrava una mission impossible. Ma è da lì che è cresciuta la SIL come associazione viva e vitale che ha appena festeggiato i suoi 25 anni”. Ieri Chiara Zanini dalle pagine di Rolling Stone ricordava tra le molte altre imprese di Liana che  “Anche Donna Haraway, la filosofa che più ha lavorato sul rapporto tra scienza e identità di genere, introducendo la figura del cyborg, fu tradotta da Borghi, per poi essere pubblicata da una casa editrice dalla presenza capillare come Feltrinelli, mentre le traduzioni di Paul Preciado sono diventati dei successi di Fandango”. Io avevo letto Manifesto Controsessuale di Paul Beatriz Preciado nel 2019, stupidamente senza fare caso alla traduzione che era di Liana. In una Leggendaria del novembre del 2018 mi sono accorta solo ieri grazie a Giuliana Misserville, che c’era un articolo di Liana in cui emergeva tutta la profondità del rapporto con la scrittura e i temi di Praciado che passavano per la traduzione ma definivano soprattutto l’impegno di Liana Borghi. Ormai si può frequentare regolarmente Paul Braciado su Libération e Internazionale, scriveva Liana in quell’articolo, lei frequentatrice di ben più lungo corso di quella e di molte altre letture di cui da attivista e traduttrice ha aiutato la diffusione. Spero che se ne parli più di quanto vedo in rete ora di Liana Borghi, spero che si ricostruisca e si pubblichi specialmente un itinerario che lega la traduzione, l’attivismo, la filosofia, il femminismo e la critica letteraria come indicazioni di un impegno intellettuale coltissimo e possibile ma totalmente sciolto da binari che lo limitino, lo riconducano a qualcosa di già noto e detto, che lo normalizzino.

Si sta come d’autunno

L’autunno è arrivato decisamente portando con sé alcuni avvenimenti e temi su cui riflettere. È stato pubblicato il numero 120 de Il Segnale con i suoi quaranta anni di pubblicazione, senza interruzioni, della rivista. Sta in quel numero così importante l’articolo cui ho fatto riferimento qui la cui traccia è stata così stimolante per me che tuttora non smetto nel mio piccolo di interrogarmi su  quanto e come una scrittura possa davvero essere in grado di illustrare la realtà materiale e simbolica del vivente. Ammesso che sia questo l’obiettivo che si prefigga chi scrive, essendocene pure altri di rispettabilissimi.

È stata fissata per il 10 dicembre alle 17,30 alla Leopolda di Pisa una presentazione cui tengo moltissimo del Libro di tutti e di nessuno a cura della casa della donna  che quest’anno compie i trentuno anni di attività. Quella della casa della donna di Pisa è la biblioteca di genere più importante della Toscana. Poter condividere osservazioni e dialogare con il gruppo di lettura di quella biblioteca mi onora e mi riempie di responsabilità.

Alla fine di questa stessa settimana poi avranno luogo due eventi che sento importanti per me per molti motivi. Uno a Roma e uno a Napoli. A Roma venerdì avrò il piacere di partecipare fisicamente come direttivo SIL all’importante giornata di studio su Maria Occhipinti organizzata da Serena Todesco e Gisella Modica presso la Casa delle donne di Roma qui il programma. Maria Occhipinti (1921-1996) scrittrice, comunista, poi anarchica, antesignana del femminismo, pacifista, apolide per necessità, lega il suo destino ai fatti del “non si parte” scoppiati in Sicilia nel ’45 La giornata sarà trasmessa in streaming dalla pagina facebook della Casa internazionale delle donne di Roma. Dopo la giornata aquilana organizzata da Maristella Lippolis per SIL su Laudomia Bonanni questa su Maria Occhipinti è un’altra occasione di riemersione di un profilo di donna estremamente significativo ma profondamente frainteso e ingiustamente dimenticato.


Chi era Maria Occhipinti e i fatti del “non si parte” Sicilia ’45 

Era il 20 maggio 2020 e qui scrivevo  durante il lockdown di due letture folgoranti che avevo appena fatto: “Femminismi futuri” a cura di Lidia Curti con Marina Vitale e Antonia Anna Ferrante (Iacobelli 2019) e Donna Haraway da Not Nero Edizioni (2019): “Chtulucene, sopravvivere su un pianeta infetto”. Due volumi imprescindibili. Domani giovedì 4 novembre a Napoli, a partire dalle 10, presso Palazzo Du Mesnil – sede del Rettorato UniOr, Via Chiatamone 61/62, un importante evento ricorderà Lidia Curti, scomparsa recentemente, e il suo profilo di intellettuale profondissima. Qui il programma dell’iniziativa a cura di Silvana Carotenuto. L’evento sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube del CSPG – Centro Studi Postcoloniali e di Genere. A questo evento potrò partecipare purtroppo solo a distanza con un contributo scritto e pensato come scrittrice e come direttivo SIL per rappresentare il quale sono stata chiamata a partecipare. Il testo nella sua integrità è il seguente, lo riporto qui perché in queste parole credo ci sia una  parte di quello che è rimasto della  presenza di Lidia Curti, profonda e attentissima, anche un poco nel mio lavoro maldestro e impulsivo.


Quello di cui brevemente vi vorrei parlare è un ricordo che si lega a due saggi per mezzo dei quali ho conosciuto il modo in cui Lidia sapeva occuparsi dell’altra. Non ho avuto il privilegio di conoscerla dal vivo ma appunto solo attraverso due contributi, letti in tempi diversi, che ho reputato entrambi fondamentali per il mio percorso di scrittrice. Una volta, però, durante il primo lockdown grazie a un evento online organizzato insieme a Anna Maria Curci dedicato a Femminismi futuri. Teorie poetiche e fabulazioni (Iacobelli 2019) (credo l’ultimo libro che Lidia ha fortemente voluto insieme a Silvana e Marina, e di cui è stata tra le curatrici) ho potuto ascoltarla parlare, con tutto il trasporto che sapeva la sua passione, di un libro davvero imprescindibile. O che per lo meno lo è stato per me, in quanto acquistato e letto in formato eBook durante il primo lockdown, fortemente voluto recensire (qui e qui) e presentare anche se a distanza, ricomprato e riletto in cartaceo. E conservato infine tra i testi fondativi, per l’ampiezza tentacolare e le policromie analitiche che custodisce, capaci in concreto di suggerire una possibile prospettiva postpandemica. Cosa stupefacente se si pensa che il libro è stato pubblicato pochi mesi prima che l’emergenza COVID deflagrasse.

La prima volta invece che ho ‘letto’ Lidia è stata in un saggio compreso in un altro di quei testi fondamentali e ineludibili per una studiosa dell’opera di Elena Ferrante Dell’ambivalenza. Dinamiche della narrazione in Elena Ferrante, Julia Otsuka e Goliarda Sapienza (Iacobelli, 2016). Lidia in quel libro, con un saggio intitolato Tra presenza e assenza, immediatamente successivo a quello introduttivo di Crispino /Vitale, già individuava i cardini critici su cui molte analisi di poi si sarebbero riferite a Ferrante  e alla favola novecentesca, che fu anche di Sapienza, come una sorta di altra faccia del secolo breve. Un volto cui fosse davvero impossibile attribuire un genere per via della presa di coscienza di un perturbamento di altro segno in cui il femminile si posiziona finalmente non da un concedersi ma da una decisa presa di parola su fatti privati e quindi politici dell’altra storia. Già allora l’ampiezza e il respiro della prosa critica di Lidia informavano di una prospettiva che non indicasse il ‘come’ ma la ‘libertà’ di guardare alla scrittura dell’altra inserendola nella vastità di un sapere che quando riguardava Lidia Curti, suggeriva e suggerisce profondità originalissime e ricche di inviti alla prosecuzione. 


Infine proprio l’altro ieri la notizia di una perdita incolmabile per il mondo degli studi germanici, della traduzione e della poesia con la scomparsa del professor Luigi Reitani, mi ha lasciato una  tristezza che non so ancora superare. La prima volta che ho incontrato Reitani era il 2014 a Verona nell’ambito del Premio Lorenzo Montano XXVIII edizione.  il Premio Speciale della Giuria “Opere Scelte – Regione Veneto”   gli fu conferito nello stesso anno  in cui io vinsi il Montano  per la silloge inedita con Piccole estensioni. Nel 2018 poi alla Fiera di Francoforte nella veste di direttore dell’istituto italiano di cultura di Berlino moderò un indimenticabile incontro dal titolo “Napoli. Promessa o degrado, la sfida alla società civile” che riguardava anche Neapolitanische Puppen: Ein Essay über die Welt von Elena Ferrante, con la  direttrice del Goethe-Institut Neapel Maria Carmen Morese. Di quella mattina nel recarci con la metropolitana dall’hotel alla fiera, non parlammo dell’evento che ci attendeva ma dei vhs che i primi volumi stile libero di Einaudi proponevano, in un prima che già allora sembrava preistoria, portando in libreria, alla portata di tutti, un certo modo di intendere il teatro come quello di Marco Paolini. Poi ricordo che zoppicava perché con la famiglia era da poco tornato dalla Puglia di cui era originario, dove aveva avuto occasione di lasciarsi prendere dalla frenesia della Pizzica. L’evento alla Fiera di Francoforte andò bene, non poteva essere altrimenti, Luigi Reitani era bravissimo anche in quello.

Maria carmen Morese, Luigi Reitani, Viviana Scarinci

Laudomia Bonanni 11 settembre appuntamento a L’Aquila con SIL

I luoghi della terra sono incomunicabili, diceva. Anche la gente. Le espressioni non collimano, non corrispondono alle nostre. Facce chiuse. Basta cambiare latitudine e un uomo non si riconosce con un altro uomo. Una specie di sentenza. Non disse che non si riconoscevano tra loro due. L’ADULTERA, p.25-26 Elliot, 2016

Ci siamo, l’11 settembre finalmente il primo importante appuntamento culturale dopo il tempo pandemico che è parso interminabile e incerto. Non che le incertezze siano finite o che la pandemia lo sia ma forse ci troviamo a una ripartenza un po’ più consapevole rispetto alle pratiche fin troppo abituali e inavvertite del tempo prepandemico.

Si tratta della giornata che la SIL dedica a Laudomia Bonanni a L’Aquila, la città in cui la scrittrice visse per metà della sua vita. L’incontro con il patrocinio del DSU si terrà presso l’Università degli studi dell’Aquila. Nel rispetto delle normative anticovid, lo spazio disponibile in sala è esaurito.

Sarà possibile seguire il seminario in diretta a partire dalle ore 9,30 collegandosi attraverso la pagina facebook della Società Italiana delle Letterate https://www.facebook.com/socletterate/.

Il video integrale del seminario sarà poi pubblicato sul canale YouTube della SIL . Qui la locandina e il programma dell’incontro. Per  il pomeriggio dello stesso giorno è prevista una passeggiata letteraria nei luoghi menzionati e raccontati da Bonanni nelle sue opere.

L’occasione di questo incontro mi è particolarmente gradita. L’organizzazione tematica e logistica a cura di Maristella Lippolis (direttivo SIL) con Serena Guarracino (Università dell’Aquila e socia SIL) e Lucia Faienza (Università dell’Aquila) è di straordinaria accuratezza e interesse, perciò capace di dedicare alla memoria di Laudomia Bonanni una giornata indimenticabile e alla scrittura di questa autrice tutto il senso vitalistico e contemporaneo che la sua opera ancora racchiude.

Per quanto mi riguarda questo è il primo incontro in presenza a cui partecipo come direttivo SIL, e la possibilità di illustrare nell’ambito un mio breve contributo su Laudomia Bonanni mi riempie di entusiasmo. Su Laudomia Bonanni certamente tornerò. Con Paola Masino, Anna Banti, Alba de Céspedes, Goliarda Sapienza, Alice Ceresa (e altre italiane il cui nome è ancora sepolto o poco pronunciato) Bonanni è una delle scrittrici attraverso le quali può e deve essere ricostruita l’altra storia del nostro Paese, quella non solo letteraria, di cui secondo me in questo momento abbiamo bisogno un po’ tutte e tutti, almeno quelle e quelli di noi che cercano di guardare al futuro con un minimo di buona volontà.  

Guarda anche: Il sito ufficiale Ladomia Bonanni, Materiali SIL su Laudomia Bonanni a cura di Maristella Lippolis

Su Un buon uso della vita di Gabriella Musetti per LM

«Quando da Bambina passavo molto tempo nei Boschi, mi si diceva che il Serpente mi avrebbe morso, che avrei potuto raccogliere un fiore velenoso, o che gli Spiriti Maligni mi avrebbero rapita, ma io non rinunciai e non incontrai altro che Angeli che erano ancora più timidi al mio cospetto, di quanto lo fossi io al loro, per questo non ho quella sicurezza nella menzogna che molti invece praticano». 

Emily Dickinson, Lettere (271)


Su Letterate Magazine Il vuoto non pretende di essere colmato una nota di lettura a Un buon uso della vita di Gabriella Musetti, Samuele Editore 2021

Società Italiana delle Letterate – SIL

Attualmente faccio parte del consiglio direttivo della Società Italiana delle Letterate (presidente Elvira Federici, vicepresidente Loredana Magazzeni, con Marta Cariello, Maristella Lippolis, Gabriella Musetti e Donatella Saroli). La mia mansione è tra l’altro quella di gestire i contenuti del sito web https://www.societadelleletterate.it/ Il sito della Società Italiana delle Letterate svolge un attività informativa, testimoniale delle attività e dei documenti multimediali prodotti in venticinque anni di ricerca nell’ambito della critica letteraria femminista e della scrittura delle donne. Alcune pubblicazioni frutto di studi collettivi e individuali sono in parte scaricabili gratuitamente dal sito e in parte pubblicati dalla casa editrice Iacobelli. In un incontro per i 25 anni della SIL del 5 giugno 2021 che ha avuto luogo nell’ambito di Feminism Fiera dell’Editoria delle Donne , di cui SIL è tra le organizzatrici, è stata illustrata una cartografia parziale delle attività della Società delle Letterate tramite i principali temi e le principali pubblicazioni prodotte dall’epoca della fondazione. Il giornale digitale della Società Italiana delle Letterate è Letterate Magazine diretto da Silvia Neonato. La rivista cartacea e digitale Leggendaria, diretta da Anna Maria Crispino (tra le fondatrici della SIL) è una pubblicazione indipendente ma strettamente connessa dal punto di vista politico, etico e relazionale alla Società Italiana delle Letterate.

Leggi gli ultimi articoli pubblicati sul sito delle SIL

Video presentazione de Il Libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante del 18 giugno 2021

Trovo particolarmente stimolante questo documento video perché illustra come il dispositivo Ferrante si possa configurare come un lavoro ininterrotto capace di portare all’emersione sempre nuovi aspetti che riguardano i temi, le genealogie e il simbolico della scrittura contemporanea al di fuori dei paradigmi critici canonici.

Sono molto lieta perciò di poter finalmente condividere l’incontro online su Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo organizzato dal Giardino dei Ciliegi il 18 giugno scorso. I temi che sono stati toccati in questo dialogo sono molti: la particolare struttura de Il libro di tutti e di nessuno, la sua vocazione interlocutoria rispecchiata anche dalla molteplicità dei riferimenti bibliografici. Di particolare rilievo quelli relativi agli studi critici di genere pubblicati nell’ambito della Società delle Letterate da Iacobelli. Le teorie femministe presenti nei testi di Ferrante e la ricerca sull’aspetto simbolico della sua opera con particolare attenzione al tema del trauma che analizzo già nella mia prima monografia su Ferrante edita da Doppiozero nel 2014.

Elvira Federici ha parlato di Elena Ferrante come una questione letteraria controversa che rende questa autrice un fenomeno politico anche nel caso in cui si tratti di un’opera scientemente costruita da un gruppo autoriale. L’intervento di Monica Farnetti (autrice tra l’altro della monografia fondamentale Anna Maria Ortese ) che si è anche riferita allo scritto di Ferrante su Dante recentemente pubblicato, ha posto un’importante accento sul valore dell’immedesimazione, consentendo con ciò al discorso di essere ampliato anche in riferimento al suo significato ambivalente di colonizzazione. Significato ripreso dall’intervento radiofonico su Mood Italia Radio e dal dialogo su Ferrante pubblicato da Leggendaria 147 in cui Silvana Carotenuto illustra proprio questo aspetto inedito di immedesimazione/colonizzazione che l’opera di Elena Ferrante incarna così intimamente. Infine Anna Maria Curci, ha messo in luce l’importanza della conoscenza della lingua tedesca e il suo coinvolgimento come terza lingua/cultura oltre all’italiano standard e il dialetto per comprendere la profondità di alcuni riferimenti reconditi dell’opera ferrantiana.

Le puntualissime domande di Clotilde Barbarulli hanno dato a ciascuna di noi l’opportunità di pensare insieme il dispositivo Ferrante attraverso alcuni temi affrontati nel Il libro di tutti. Per questo ringrazio tantissimo Il giardino dei ciliegi di Firenze, sono questo genere di incontri che danno senso al tempo e alle energie che ho impiegato fin qui nello studio di Elena Ferrante.

Con SIL l’11 settembre Laudomia Bonanni

Il Direttivo SIL in carica ( Marta Cariello, Elvira Federici, Loredana Magazzeni, Gabriella Musetti, Donatella Saroli, Viviana Scarinci) sta lavorando dall’inizio del suo mandato alla costruzione di un evento che rilegga l’opera di Laudomia Bonanni.  Già nel 2013, all’interno del Seminario nazionale SIL che si tenne all’Aquila Terra e parole: donne riscrivono paesaggi violati, fu organizzata una passeggiata letteraria dedicata alla scrittrice aquilana; l’iniziativa fu preparata da Maria Vittoria Tessitore, il cui intervento su Bonanni si può leggere nel volume Terra e Parole pubblicato sul sito SIL.  La passeggiata si svolse in una città ancora profondamente segnata dal terremoto del 2009, con la maggior parte del centro storico chiuso alla circolazione. Oggi la città è rinata e i suoi storici palazzi risplendono più di prima. E anche per Laudomia Bonanni è arrivato il tempo di restituirle tutto lo spazio che merita la sua voce forte e unica nel panor ama letterario. Che questo tempo sia arrivato è dimostrato dalla nuova e per molti versi inaspettata attenzione da parte della critica, da riletture contemporanee da parte di giovani studiose e da nuove iniziative editoriali, come l’ultima in ordine di tempo della casa editrice Cliquot che ha ripubblicato il romanzo Il bambino di pietra .  Leggi una recensione di Maristella Lippolis a riguardo. 

Sabato 11 settembre a L’Aquila organizzeremo insieme alla Facoltà di Lettere dell’Università un seminario, della cui struttura daremo conto più avanti, e una passeggiata letteraria nei luoghi a cui si ispirano alcune delle opere e degli scritti di Bonanni. Informazioni societaletterate@gmail.com

Venerdì 18 giugno 17,30 Il libro di tutti e di nessuno sarà con Il giardino dei Ciliegi

Durante l’incontro radiofonico di domenica in Donne e dintorni di Mood Italia Radio ( condotto da Gilda Sciortino e Rita Barbera ) con Pina Mandolfo (tra le fondatrici SIL e dell’associazione Il femminile è politico) e le meravigliose femministe palermitane, Silvana Carotenuto (CSPG Università L’Orientale) proseguendo il discorso nato tra noi su Leggendaria 147, ha colto con grande acume e profondità alcuni punti fondamentali e ulteriori di contatto e distanza tra l’opera di Elena Ferrante e certi aspetti strettamente legati alla contemporaneità del romanzo e del femminismo intersezionale. Anche per questo motivo, e a partire da questo ulteriore punto, sono particolarmente lieta e onorata di annunciare la prossima presentazione de Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un romanzo delle italiane del XX secolo che avverrà venerdì 18 giugno alle 17,30. Infatti insieme a Elvira Federici, presidente SIL, avremo il grande piacere di incontrare Clotilde Barbarulli e le amiche del Giardino dei ciliegi di Firenze.

L’incontro avverrà a distanza e potrà essere seguito in diretta dalla pagina Facebook del Giardino https://www.facebook.com/ilgiardinodeiciliegifirenze

Il romanzo di Elena Ferrante è politico e contemporaneo perché qui più che altrove il margine è inteso come il luogo più popoloso e interessante del mondo senza essere per questo governato da logiche semplicistiche che sottraggono il femminile alla sua dimensione policroma

Per saperne di più su Il giardino dei ciliegi in Letterate Magazine.
Di Clotilde Barbarulli e Liana Borghi. Corpi di donne. E poi femminismo intersezionale, postcoloniale, intercultura di genere… Nasce ora – dal Giardino dei ciliegi di Firenze e dalla Sil – un sito che raccoglie materiali preziosi e vari della scuola in cui si insegnava imparando nel nome di una socialità tra donne amorevole, costruttiva, trasformativa Il sito www.raccontarsialgiardino.it raccoglie materiali relativi all’esperienza del progetto Raccontar/si, iniziato nel 2001 come laboratorio e poi articolato in varie iniziative la cui pluralità di sguardi e di riflessioni può esserci ancora utile culturalmente e politicamente.  Offre inoltre il pdf dei tre volumi di Raccontar/si pubblicati dalla CUEC (2003, 2004, 2006).

Podcast Elena Ferrante, la genialità della scrittura femminile su Mood Italia Radio

Chi non la conosceva prima, ha potuto amare Elena Ferrante attraverso film per il cinema e la televisione tratti dai suoi romanzi “L’amore molesto”, “I giorni dell’abbandono” e “L’amica geniale”. Una scrittrice, che ha fatto proprie grandi battaglie per i diritti delle donne e che è, quindi, il ritratto delle italiane del XX secolo. Di seguito la puntata in cui se ne è parlato domenica 13 giugno alle 9 su www.mooditaliaradio.it, nella trasmissione “Donne e Dintorni” programma condotto da Gilda Sciortino e Rita Barbera con Viviana Scarinci, autrice de Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo (Iacobelli) e direttivo SIL, Società Italiana delle Letterate, e Silvana Carotenuto CSPG Centro Studi Postcoloniali e di Genere. Presenti a questo importante momento culturale voluto da Pina Mandolfo, socia fondatrice della SIL, anche Elvira Rosa, Antonella Monastra, Loredana Rosa e Maria Grazia Lo Cicero dell’associazione “Il femminile è politico. Potere alle donne”

domenica 13 giugno ore 9 su Radio Mood Italia Il libro di tutti e di nessuno di Viviana Scarinci con Silvana Carotenuto e Pina Mandolfo

Domenica 13 giugno alle ore 9
su Mood Italia Radio
programma radiofonico

Donne e dintorni

qui per ascoltare domenica

per ascoltare da domenica su Spotify

Promosso da Pina Mandolfo ( socia fondatrice SIL Società Italiana delle Letterate)
Associazione Il femminile è politico: potere alle donne

Conducono Gilda Sciortino e Rita Barbera


Un dialogo su Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo tra Silvana Carotenuto (CSPG) e Viviana Scarinci(SIL) nato su Leggendaria 147

Grazie all’organizzazione di Il femminile è politico: potere alle donne una associazione politica e culturale di donne che hanno alle spalle una lunga vita di confronti e di elaborazioni personali e collettive, unite oggi dalla voglia di affermare il loro punto di vista su quanto sta accadendo attorno a tutti noi. Il loro principale obiettivo è quello di concorrere, con altre associazioni e singole donne, in tutto il territorio nazionale, alla creazione di soggetti politici femminili femministi.
Donne e dintorni è un programma radiofonico che nasce dall’esigenza, ma anche dal piacere di ritrovarsi, donne siciliane e non solo, di diversa estrazione sociale e culturale, su temi necessari e utili a mettere al mondo il soggetto donna. 


Per Lidia

“L’arte è artificio, per definizione antitetica alla natura, ma niente è naturale nel senso consueto che si attribuisce a questa parola”. Lidia Curti, Femminismi Futuri

Il compianto del pesce morto. Alessandra Cianelli

da un’idea di Alessandra Cianelli, Viviana Scarinci, Sarah Waring
Introduzione di Viviana Scarinci

I futuri si costruiscono a partire da come scegliamo di vedere ciò che vediamo, scriveva qualche tempo fa Federica Timeo a proposito di un libro importante come Femminismi futuri. Teorie. Poetiche. Fabulazioni a cura di Lidia Curti, con Antonia Anna Ferrante Marina Vitale (Iacobelli, 2019). L’importanza di certi libri si comprende dalla misura in cui esercitano su lettrici e lettori un potere diverso da quello che il primo significato di questa parola suggerisce. I libri davvero importanti generano a loro volta imponderabilmente, dialogando con la nostra capacità di guardare e ascoltare, spostando di qualche grado il significato della parola potere da quello consueto di agente che incide in forma volitiva sulla realtà a quello sempiterno che vi si determina e insieme conduce altrimenti. Con il progetto “Il compianto del pesce morto. Alessandra Cianelli” abbiamo inteso illustrare nel metodo e nel merito il carattere di questa fuoriuscita dal consueto avvenuta su uno dei molti crocevia di quell’altrimenti. Altrimenti, come il senso meno consueto di intendere la natura può essere saturo di un futuro felicemente diverso. 

performare il tema

Il punto di partenza è un testo. In questo caso un testo di Alessandra Cianelli edito nella versione in italiano e inglese da Traverzbooks come settimo tipo delle sue pubblicazioni online e prodotto da Contemporanea podcast in quattro episodi: prima e seconda parte in italiano con introduzione di Viviana Scarinci, prima e seconda parte in inglese con chiusura di Sarah Waring. La voce narrante dei primi due episodi in italiano è quella dell’autrice, la voce narrante del terzo e del quarto episodio in inglese è di Sarah Waring. Nella prima parte del testo Appunti per una intervista alla Sirena siamo sulle tracce di Lei e il mood è quello del rimpianto per quella sua natura sempre veicolata dalla memoria che si lega altrimenti alla specie, allo spazio aereo e liquido e al tempo. Nella seconda parte Lettera all’unico grande amore l’evocazione è riuscita e Cianelli dà parole e voce alla sirena e al suo porsi a metà tra specie, iscrivendola nell’ossimoro Natura che questa figura di mezzo rappresenta.

supporti altri, (bi)linguismi e distribuzioni alternative  

Dunque un testo fruibile in versione bilingue proposto attraverso due pieghevoli digitali e quattro episodi audio. La natura dei supporti e di come si legano al tema del narrato e al tempo dilatato della fruizione, creano una non-linearità completamente dedita a questa performance e sono suggellati da un unico vincolo, quello collaborativo della gratuità. Anche attraverso la scelta e l’uso dei supporti a nostra disposizione abbiamo creduto di illustrare una circolarità creativa inedita a costo produttivo limitato, evocando anche fattualmente un circuito attivato appositamente per la produzione di una storia differente da quella risaputa e un narrato impegnato nella riproduzione artistica di un corpo femminile privo di qualifica, come appunto quello ibrido della sirena.

L’artista

Alessandra Cianelli vive e lavora a Napoli. Ricercatrice e artista indipendente, praticante culturale, incrocia mezzi e discipline diverse (film-video, disegno, fotografia, performance, radio, arte sonora, scrittura). Nel progetto Il paese delle terre d’Oltremare (2012-2021), focalizzato sull’ Archivio (coloniale) e sul complesso espositivo della Mostra (delle Terre) d’Oltremare nella città di Napoli, così come nell’investigazione sui processi di abbandono e/o scomparsa di comunità e culture rurali Dormitio Virginis/Wheat, seeds, culture, agriculture 2008-2018 Biological Archive, Biographical Archive 2010-2020, la ricerca si sviluppa all’intersezione tra pratiche della memoria privata (archivi biografici) e collettiva. È membro del Centro Studi Postcoloniali e di Genere, Università l’Orientale. Ha fondato dal 2014 l’Associazione culturale Dormire fondazione, residenza informale a Napoli per pensatori, ricercatori e visionari.

Partnership                                                                                                                                           

La molteplicità, il bilinguismo, l’aperiodicità, la gratuità e le modalità di distribuzione alternative di questa operazione culturale si sposano con gli intenti creativi e artistici della produzione editoriale di Traverzbooks e della produzione sonora dei podcast di Contemporanea che inizia con questo progetto a mettere a punto un orientamento ulteriore rispetto quello a cui il fondo librario si è ispirato per quasi dieci anni. Dall’inizio della pubblicazione di Traverzine (la rivista digitale sul cui numero settimo uscirà il testo di Alessandra Cianelli) la pandemia ha portato con sé limitazioni al viaggio senza precedenti. Il motivo portante della zine è legato a temi ambientali, alla poesia e agli interrogativi sollevati dalle diverse percezioni del viaggio d’affari, di svago o di migrazione. Dal punto di vista editoriale la zine è sempre disponibile in due versioni, una cartacea che viene scaricata e stampata gratuitamente e una versione digitale pronta per essere letta sullo schermo, ciò avviene separatamente  per entrambe le versioni, in italiano e in inglese, del testo editato. Dopo tutto questo tempo trascorso in isolamento, abbiamo bisogno ora più che mai di ripensare il viaggiare e di cogliere questo momento come un’occasione per ridefinire le nostre aspettative per il futuro.

Calendario della performance


7 maggio Il compianto del pesce morto, pubblicazione del testo  in italiano e inglese Traverzine 

8 maggio prima parte Appunti per una intervista alla Sirena Contemporanea podcast

9 maggio seconda parte Lettera all’unico grande amore Contemporanea podcast

14 maggio versione inglese Contemporanea podcast

15 maggio versione inglese Contemporanea podcast

Free Download del testo: https://www.traverzbooks.net/it/traverzine

Dove ascoltare i 4 episodi

Anche da

https://music.amazon.it/podcasts/6255aa0c-fea7-4b57-8bcb-46a6c53b8893/CONTEMPORANEA-Podcast

https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly93d3cuc3ByZWFrZXIuY29tL3Nob3cvNDg2NTg0Ny9lcGlzb2Rlcy9mZWVk

https://www.podomatic.com/podcasts/vivianascarinci

info Alessandra Cianelli

dormirefondazione@gmail.com cianellialessandra@gmail.com

domani 28 aprile ore 18 Elena Ferrante Il Libro di tutti a Feminism Fiera dell’editoria delle donne

Con Feminism 4, il Centro Studi Postcoloniali e di Genere – CSPG dell’Università L’Orientale di Napoli, Società Italiana delle Letterate e Iacobelli verrà trasmessa mercoledì 28 aprile alle 18 la presentazione di “Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo” di Viviana Scarinci (Iacobelli Editore). Con l’autrice intervengono Silvana Carotenuto e Tiziana de Rogatis.L’incontro sarà trasmesso in diretta attraverso questi link o potrà essere guardato in seguito

https://m.youtube.com/cha…/UCjzVpcgVh6ByDnOe7zJHbuw/videos
https://www.facebook.com/feminismfieraeditoria/

su Silvia Federici per Letterate Magazine

In un articolo sul New York Times Magazine di Jordan Kisner pubblicato a metà febbraio scorso si parla di come la filosofa Silvia Federici avesse previsto una delle conseguenze più importanti della pandemia 2020 sottolineando come tutti oggi negli USA, dicano di lei che aveva ragione. Emigrata da Parma quasi mezzo secolo fa di Federici se ne era parlato molto negli anni 70 come una delle fondatrici di Wages for Housework, un collettivo internazionale che per la prima volta nella storia propose una retribuzione statale per le faccende domestiche. Oggi su Letterate Magazine un mio commento, che è anche il racconto, di come, cosa e perché dagli Stati Uniti all’Italia siamo sempre di più quell* convint* che Silvia Federici già negli anni 70 aveva capito tutto.  Grazie moltissimo a Silvia Neonato e alla fantastica redazione, che bello tornare a scrivere per voi!

Feminism 4 Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante un ritratto delle italiane del XX secolo. Mercoledì 28 aprile ore 18!

Questo di Viviana Scarinci è il terzo libro che l’autrice pubblica sul dispositivo Ferrante (Elena Ferrante, eBook doppiozero, 2014, Neapolitanische Puppen. Ein Essay über die Welt von Elena Ferrante,  trad. Ingrid Ickler, LaunenWeber, 2018). In 42 brevi capitoli viene ricostruito tutto fin dall’inizio cioè da quel fatidico 1992 in cui uscì L’amore molesto.  Utilizzando come cartina di tornasole le trame e i linguaggi  di tutti i libri e della fiction di cui Elena Ferrante è autrice, Scarinci racconta la favola verissima dell’incredibile ascesa di una scrittrice italiana invisibile che oggi è diventata la nostra autrice più nota e riconosciuta al mondo.

Le strategie finzionali, la misurazione della scrittura di genere con le logiche del potere patriarcale, il femminismo della differenza, la strategia simbolica dell’invisibilità, lo storytelling calibrato e modernissimo ma anche l’amicizia femminile e l’ambivalenza relazionale, il matrimonio all’italiana, il sesso e l’amore negli anni post-traumatici del boom economico. E ancora i riferimenti e rispecchiamenti internazionali in cui Elena Ferrante inserisce in termini letterari, politici e storici i contenuti prettamente narrativi della sua opera. Infine ma ancora non è tutto, il classismo e i linguaggi contraddittori che ne sono espressione.   

In dialogo

Silvana Carotenuto (socia SIL) direttrice del Centro Studi Postcoloniali e di Genere – CSPG dell’Università L’Orientale di Napoli, Tiziana de Rogatis (socia SIL), Università per Stranieri di Siena, capofila degli studi ferrantiani con Elena Ferrante. Parole Chiave edizioni e/o, 2018 e l’autrice  Viviana Scarinci,  direttivo SIL, saggista e poeta responsabile del progetto Contemporanea fondo librario.

Iscriviti ai podcast di CONTEMPORANEA per ascoltare notizie, presentazioni, performance, reading, eventi audio

Per seguire l’incontro in diretta o per guardare la registrazione in un secondo momento
https://m.youtube.com/channel/UCjzVpcgVh6ByDnOe7zJHbuw/videos
https://www.facebook.com/feminismfieraeditoria/

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Il Mattino

Il gioco del rispecchiamento letterario messo in campo da Viviana Scarinci è vario e complesso, ed ha le sue pagine più convincenti dove si riflette sui punti di contatto con l’ottica di Anna Maria Ortese. Titti Marrone

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Il Manifesto

Viviana Scarinci, per Iacobelli editore, pubblica «Il libro di tutti e di nessuno», un ritratto storico-politico. La ricezione che accoglie in modo più o meno ideologico un’opera letteraria diviene anch’essa parte della storia che la accompagna, come accadde a Elsa Morante. Laura Fortini

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L’Adigetto

Chi ha letto i romanzi di Elena Ferrante non può non avvicinarsi con curiosità a questo saggio che non soltanto racconta l’intera produzione dell’autrice, ma ne spiega i rapporti con la cultura internazionale e ne descrive i successi, operando confronti, ad esempio con Virginia Woolf, e recuperando brani di interviste e di articoli della misteriosa scrittrice. Luciana Gallo

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Teatri e cultura

Un libro, questo della Scarinci, molto articolato, apparentemente complesso, ma decisamente fruibile, soprattutto a chi ha letto la produzione della Ferrante, ricco di citazioni letterarie e naturalmente aperto a diversi spunti di riflessione su un tipo di narrazione che mette al centro le donne. Elide Apice

Viviana Scarinci,  Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante. Un ritratto delle italiane del XX secolo. Iacobelli editore, Guidonia-Roma, 2020, 213 pagine, 16 euro e-Pub 7,99 euro

Leggere Donna “Scarinci, dichiara fin dal sottotitolo la volontà di delineare «un ritratto delle italiane del XX secolo», e lo fa scrupolosamente, come quando traccia la mappa urbanistico-sociologica di una «città di sopra» e di una «città di sotto» che sottende le aspirazioni e i cambiamenti di status che sono raccontati in tutti i romanzi, e che si attaglia alla città di Napoli, ma anche a un panorama dell’anima. Ma ci regala soprattutto una modalità di scrittura coinvolgente e poetica, quasi mimetica rispetto a certe caratteristiche della scrittura di Ferrante che spalanca spaccati di trascendenza avvicinabili ai woolfiani “momenti di essere”, facendoci «affacciare sul tremendo». Marina Vitale

Vitamine vaganti, Toponomastica Femminile Molti pensieri sono scaturiti in noi come corollari di quelli espressi dall’autrice invisibile, proprio come suggeriscono il titolo e le riflessioni di Viviana Scarinci, il cui saggio è un’indispensabile guida alla lettura consapevole dei romanzi, dei saggi e degli articoli di Ferrante. Sara Marsico

16 aprile ore 18 giornata conclusiva del Reading di Primavera organizzato da SIL

Reading di Primavera SIL

(3 e 16 aprile 2021)

Questa è la prima di una serie di iniziative che vedono SIL impegnata nella diffusione, nel riconoscimento e nello studio della poesia scritta da donne. Se non fossi già socio/a, o non ti fossi già associato/a ti preghiamo di considerare di iscriverti alla Società delle Letterate (trovi le modalità all’inizio della homepage https://www.societadelleletterate.it/) per partecipare al nostro impegno e sostenerlo attraverso il tuo contributo.

La registrazione delle due giornate del reading sarà pubblicata sul sito SIL

È ancora possibile partecipare in qualità di ascoltatrici/ascoltatori inviando una email con nome e cognome a societaletterate@gmail.com

Marina Vitale su Elena Ferrante per LeggereDonna

“Nel 2020 la SIL, Società Italiana delle Letterate, ha fatto la scelta arguta di rintuzzare con un punto interrogativo questa perdurante condanna all’invisibilità, intitolando “Invisibili?” il proprio convegno, la cui prima sessione era dedicata alla presentazione di due monografie appena uscite: Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività, di Isabella Pinto (Mimesis) e Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante, un ritratto delle italiane del XX secolo, di Viviana Scarinci (Iacobelli)”.

Tiziana de Rogatis, Elena Ferrante. Parole chiave, edizioni e/o, Roma, 2018 pagine 296, € 18,00
Isabella Pinto, Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività
Mimesis, Milano 2020
pagine 256, € 20,90

Laura Sarnelli, “Women Crossing Borders. Elena Ferrante’s Smarginature Across Media”, in «Californian Italian Studies», 10.2, 2020

Scarinci, dichiara fin dal sottotitolo la volontà di delineare «un ritratto delle italiane del XX secolo», e lo fa scrupolosamente, come quando traccia la mappa urbanistico-sociologica di una «città di sopra» e di una «città di sotto» che sottende le aspirazioni e i cambiamenti di status che sono raccontati in tutti i romanzi, e che si attaglia alla città di Napoli, ma anche a un panorama dell’anima. Ma ci regala soprattutto una modalità di scrittura coinvolgente e poetica, quasi mimetica rispetto a certe caratteristiche della scrittura di Ferrante che spalanca spaccati di trascendenza avvicinabili ai woolfiani “momenti di essere”, facendoci «affacciare sul tremendo»”

“Naturalmente anche in Italia la critica si era accorta di quest’autrice; soprattutto negli ambienti della critica femminista. Ma la realtà accademica istituzionale ha tardato a lungo a prenderne atto, e certamente non prima dei riconoscimenti d’oltre Atlantico. È del 7 aprile 2017 una fitta giornata di studio, intitolata ‘Di Napoli non ci si libera facilmente’, per Elena Ferrante, organizzata presso l’Università di Napoli, Federico II, con il coinvolgimento di Tiziana De Rogatis, che l’anno successivo avrebbe pubblicato Elena Ferrante. Parole chiave: prima monografia sistematica uscita in Italia, dedicata alla quadrilogia de L’amica geniale (da lei definita «un classico dei nostri tempi»). Questo studio offre un riferimento imprescindibile per la comprensione della rappresentatività della scrittura di Ferrante nel panorama culturale italiano e non solo, ma non si può dire abbia scalfito la sordità del mondo accademico e in particolare dell’Italianistica che non sembra aver modificato sostanzialmente l’atteggiamento di superiorità escludente riservata in un passato assai prossimo a figure geniali di scrittrici (Goliarda Sapienza, Elsa Morante, tante al- tre) che avrebbero dovuto giganteggiare sull’orizzonte letterario e la cui pubblicazione è stata a lungo bloccata, ritardata, osteggiata”.

Un reading di poesia con SIL il 3 aprile

Perché abbiamo scelto Piera Oppezzo come madrina ideale di questo reading? E perché ci è sembrato così importante che SIL organizzasse un reading di poesia rivolto alle poete ma anche a tutte/i coloro che vogliono prestare ascolto e voce alla poesia dell’altra? Intorno alla metà degli anni Sessanta Piera Oppezzo abbracciò i temi politici di allora  e fu una femminista senza recedere di un passo dall’integrità del suo intendimento poetico: “per sua stessa ammissione, il decennio 1968-1978 fu il periodo più intenso della sua vita, quando il fervore delle speranze e la passione di tutta una generazione le fecero intravedere la possibilità di conciliare vita e scrittura” (L. Martinengo http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/piera-oppezzo/). È da ricercarsi nella speranza, nella conquista e nella riconquista  di quella conciliazione: vita con scrittura, il nostro intendimento e il nostro auspicio espresso attraverso le voci che si alterneranno il 3 aprile. Un invito rivolto a poete, lettrici, scrittrici, artiste, cineaste, giornaliste, performer, letterate, studentesse, studiose, traduttrici, editrici, docenti, amanti della cultura, amiche di cui ascoltare la voce poetica, o che prestano la voce alla poesia dell’altra. Ci sembra che ora  in un momento complesso come questo la poesia serva più che mai perché appunto, come scriveva Oppezzo, nell’apprensione si perde la memoria, e almeno in questa occasione potremo fare in modo che questo non accada. 


Cosa: si tratta di un reading online di poesia su piattaforma Zoom organizzato dalla Società Italiana delle Letterate 

Quando: sabato 3 aprile ore 17  

Chi: possono partecipare tutte le poete (socie SIL e non) che desiderino leggere una propria poesia (max 25 versi), chi voglia proporre all’ascolto una poesia di altra poeta, chi voglia semplicemente ascoltare il reading

Come: inviare entro il 28 marzo una email a societaletterate@gmail.com specificando il proprio nome e cognome. Per chi voglia partecipare da poeta o da lettrice occorre specificare comunque il titolo e l’eventuale autrice della poesia che si leggerà  se si tratta di un inedito o da quale libro sono tratti i versi

Perché: con questo focus sulla poesia contemporanea la SIL inaugura la campagna associativa 2021 ritenendo la promozione della poesia delle donne un’azione politica e culturale di grande importanza.  A questo scopo la registrazione del reading verrà inserita su questo sito con la lista delle poete e delle letture eseguite

I 25 anni della SIL

Guarda tutti i video realizzati per l’occasione sul

canale YouTube

Il 2020 è stato anche l’anno in cui la Società delle Letterate ha compiuto un anniversario importante. Per i 25 anni della SIL, il direttivo ha immaginato un’iniziativa volta a superare in parte le inevitabili distanze imposte dalla pandemia. E’ stato chiesto alle socie di realizzare un breve video in cui ciascuna raccontasse la propria esperienza associativa. Le socie che stanno aderendo sono molte. Video come quelli di Elvira Federici, Silvia Neonato, Anna Maria Crispino e Paola Bono sono davvero in grado di comunicare tutta l’importanza di una realtà associativa femminista il cui fulcro è, ed è sempre stata, la letteratura ma anche la creatività femminile in tutte le sue forme. Mi fa piacere, a chiusura di quest’anno, condividere qui anche il mio contributo, e invitare chi fosse interessata/o a iscriversi al canale YouTube della SIL e a seguire il sito dell’associazione su cui sono segnalate iniziative, opportunità, contenuti e eventi legati all’universo variegato della SIL.

Grazie al direttivo SIL!

Martedì 10 novembre la Società Italiana delle Letterate ha ratificato e reso operativo il mio ingresso nell’attuale direttivo.  Ringrazio la presidente Elvira Federici e le altre componenti: Marta Cariello, Maristella Lippolis, Loredana Magazzeni, Gabriella Musetti, Donatella Saroli. L’invito mi inserisce nel momento in cui la carica si è resa vacante per via di un membro dimissionario. Questa ulteriore possibilità di partecipazione mi ha portato a riflettere sulla mia effettiva efficacia nel ricoprire un ruolo attivo in SIL svolgendo un servizio così importante come quello legato alla comunicazione, tuttavia non discostandomi dalle ricerche, dai temi e dai linguaggi che mi appartengono da sempre, come quelli della critica letteraria e della poesia.

È un’identità di orizzonti quella che mi ha spinto a accettare di fare parte del direttivo SIL, la quale si basa su interessi comuni forti come quello legato alla questione problematica e annosa del canone letterario nel mondo dell’istruzione scolastica, allo studio delle genealogie femminili in ambito storico e letterario e all’interesse nelle frontiere di sostenibilità realisticamente raggiungibili per tutte e tutti, attraverso lo studio del pensiero ecofemminista. Sono questi i temi che mi spingono a credere di poter svolgere, insieme a questo direttivo, un lavoro di promozione del femminile davvero condiviso e fertile.

L’incarico oltre che onorarmi mi rende profondamente conscia dell’importanza e della responsabilità di un ruolo, come quello che mi si propone, cioè legato alla rappresentazione e comunicazione di SIL. Perciò fortemente impegnato sull’accuratezza di un linguaggio che rispecchi una pratica e una politica che a partire dalle modalità espressive e relazionali nonché dai temi scelti, renda evidente per contrasto quanto la disparità di genere e sociale si nutra di linguaggi, luoghi comuni e pigrizie culturali che creano mondi e relazioni su presupposti ogni giorno più irrealistici.

Concordemente al direttivo ritengo che in questo momento così difficile per tutte e tutti, la SIL possa e debba avvalersi dei molti contenuti, pratiche relazionali  e energie  che in venticinque anni  le socie hanno saputo mettere in circolo per affrontare e rappresentare la sfida proposta dalla complessità di ogni momento presente. È questa capacità che ha reso la SIL oggi più che mai riconoscibile  in quanto ente accreditato nella produzione creativa femminile in ambito italiano e internazionale, nonché nella cura, studio e promozione delle pratiche femministe. 

Alcune novità

Il 2020 porta con sé alcune novità importanti. Quest’anno ho riconfermato la mia adesione in qualità di socia alla SIL – Società Italiana delle Letterate il cui lavoro critico sulla scrittura delle donne insieme ai contenuti della rivista Leggendaria  si sono dimostrati fondamentali per il mio lavoro su Elena Ferrante. Si è trattato di una conferma in quanto sono stata socia in passato avendo modo di riscontrare la capillarità, profondità e validità dello studio che la SIL ha compiuto da moltissimi anni sul lavoro culturale delle donne, iniziando in tempi in cui era ancora più difficile di adesso trovare materiali critici adeguati a uno studio dedicato.

Il 2020 inoltre porterà un ulteriore ampliamento degli orizzonti del Fondo librario di poesia che coinciderà con una precisazione dell’operato nell’ambito della poesia contemporanea in vista di una costituzione in termini associativi del tutto nuova che riguardi esclusivamente l’aspetto di raccolta e analisi dei testi oltre le azioni che hanno sempre contraddistinto i nostri progetti in ambito sociale.

Questo cambiamento nasce dall’aver avuto modo di comprendere negli anni che il significato civile dell’operato del fondo librario rientra in un modo di concepire la politica attraverso pratiche di incontro e confronto fisico su campi come quello della scuola, degli eventi pubblici cittadini e del disagio mentale considerandoli luoghi per eccellenza in cui si possa e si debba esprimere il significato migliore del termine politica attraverso un lavoro culturale che parta dalla poesia. Il nuovo progetto del fondo librario ha inizio dal dato empirico che proviene da questa esperienza: L’albero capovolto è un progetto ideato per l’Istituto Comprensivo Falcone e Borsellino che vuole indicare sia una continuità della collaborazione che si è stabilita con i docenti e la dirigente di quell’Istituto ma che partendo da questa continuità si ponga in dialogo oltre l’aspetto volutamente locale dei progetti ideati fin qui.

In questo senso i laboratori che avranno luogo tra gennaio e febbraio, l’illustrazione delle modalità di svolgimento, delle tematiche e degli stessi materiali testuali e grafici verranno illustrati nell’ambito del convegno VentiVenti, organizzato a fine aprile dalla rivista Polisemie presso l’Università degli studi La Sapienza e da quella rivista successivamente pubblicati tra gli atti del convegno. La sede per questi contenuti ci pare ottimale oltre che lusinghiera in quanto il convegno si propone come un’occasione di confronto e di riflessione sui vent’anni di poesia che hanno segnato l’inizio di questo millennio.

Inoltre mi ha fatto molto piacere l’invito a scrivere un articolo che sarà pubblicato nel corso del 2020 per la rivista milanese Il Segnale. Percorsi di ricerca letteraria nella rubrica Soggettività-scritture. Il Segnale è una rivista molto sensibile alle tematiche più attuali legate alla poesia. Il mio testo perciò illustrerà in forma discorsiva le tematiche e la forte spinta ideale di questo nuovo progetto come il compimento di un percorso di crescita e consapevolezza che ha riguardato le classi di studenti e docenti che abbiamo incontrato e inevitabilmente ha riguardato me come poeta.

Una recensione di Alessandra Pigliaru su il manifesto del 12 dicembre

Non per fare appa­rire ciò che ci cir­conda più scarno di quel che è, al con­tra­rio per sot­to­li­nearne la forza poli­tica ed etica della nomi­na­zione ap

Quando un libro di poe­sie ha la potenza di diven­tare pro­getto etico e sociale, signi­fica che ciò che è stato messo in cir­colo è altret­tanto potente. È que­sto che è suc­cesso intorno alla prima tra­du­zione ita­liana del libro di Aino Suhola, poeta e figura di spicco della cul­tura finlandese. Raka­sta minut vah­vaksi (Atena, Jyvä­skylä 1991), dive­nuto ben pre­sto un vero e pro­prio best sel­ler fin­nico, esce per la prima volta in Ita­lia con il titolo Amami per ren­dermi forte, a cura di Viviana Sca­rinci, con la tra­du­zione di Hanna Suni e gra­zie alla lun­gi­mi­ranza di Chiara Turozzi, edi­trice de L’Iguana (pp. 158, euro 16). Continua a leggere http://ilmanifesto.it/gli-abissi-delle-emozioni/

i libri freschi di stampa presentati a Torino il 12 dicembre

Un saggio su Elena Ferrante

E’ uscito in questi giorni un mio lungo saggio su Elena Ferrante per la Società Italiana delle Letterate. Il saggio mi ha fornito l’occasione di evidenziare alcune tematiche che Elena Ferrante negli anni ha posto in luce attraverso i suoi romanzi e la sua scelta di non apparire pubblicamente. Ho intrapreso questa scrittura perché ritengo che il lavoro di questa scrittrice abbia posto e pone tuttora i presupposti per un’analisi molto profonda del femminile contemporaneo e della società che a vario titolo vi si relaziona. Ho dato il mio contributo al riguardo sopratutto perché considero i temi trattati da Elena Ferrante oggi ancora più nevralgici di quanto sembrassero molti anni fa, quando la scrittrice li intraprese:  il rapporto delle donne con la propria comunità d’origine, le molteplici ripercussioni del dolore psichico, il delicatissimo rapporto madri figlie, il cambiamento profondo che significano  i passaggi generazionali nell’ordine delle cose femminili, l’autodeprivazione cui può condurre la gestione disfunzionale della propria immagine pubblica ed infine gli intendimenti e i fraintendimenti relativi all’eros e conseguenti disordini. Leggendo Elena Ferrante fin da giovane, ho avuto la fortuna che la lettura dei suoi libri mi accompagnasse in tutte le mie età, e scrivere appassionatamente questo saggio è significato per me soprattutto un ringraziamento a lei, loro … lui, chissà.